© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il triangolo pernicioso italiano: politica, burocrazia, imprenditoria. Di cricca in cricca: è questo il problema
Scritto da lametino9 Pubblicato in Pino Gullà© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo Expo, Mose, Mafia Capitale, eccola la corruzione nei grandi appalti del malaffare italiano. Milano, Venezia, Roma, adesso Firenze. Ladri del denaro pubblico girano per l’Italia ad alta velocità. Fanno sosta nelle città storiche, culturali, artistiche dove con appalti e tangenti sfigurano la bellezza, deturpando quel museo a cielo aperto di opere d’arte e paesaggi della nostra Penisola. Ora tocca alla Città del Rinascimento italiano che, alla luce dell’ ultima maxi operazione dei Ros, coordinata dalla procura fiorentina (“Nodo Tav” e sotto-attraversamento della città), per contrasto, fa emergere l’Italia dell’ attuale decadenza etica. Da qui parte l’inchiesta dove già si contano 4 arresti per “corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti” e tanto altro danno verso la pubblica amministrazione. Ci sembra di essere ripetitivi dal momento che da anni ormai scriviamo e denunciamo i mali corruttivi del Paese che continuano senza fermarsi. Tanto per fare un esempio calzante, con coincidenza geografica. Nel febbraio del 2010 in 4 finirono in manette con l’accusa di corruzione da parte della procura fiorentina: il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il suo successore alla Maddalena, il destinatario di importanti incarichi della Protezione civile, un imprenditore aggiudicatario di costosi appalti. Erano quelli che ridevano al telefono dopo il terremoto dell’Aquila. Coinvolto pure il capo della Protezione civile di allora. Il riferimento era il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio. In gioco gli appalti dei grandi eventi: il G8, i mondiali di nuoto, il completamento dell’aeroporto di Perugia. Il sistema corruttivo fu definito “gelatinoso”. Per quanto riguarda il gruppo protagonista del malaffare, dalle conversazioni telefoniche intercettate, le seguenti frasi: “Cricca di banditi… combriccola… veri banditi… gente che ruba tutto il rubabile… persone da carcerare” (da la Repubblica).
Oggi come ieri, con le varianti del caso in questione. La procura di Firenze ha scoperchiato l’ennesimo “articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti e imprese esecutrici di lavori”. Come abbiamo già anticipato, non si è perso tempo per la custodia cautelare nei confronti di 4 indagati: il super dirigente delle Infrastrutture, inamovibile per 14 anni, in pensione dal dicembre scorso, un suo collaboratore, e due imprenditori. Expo e Tav tra le Grandi opere e anche appalti per autostrade e ferrovie. Pure un macro lotto della Salerno-Reggio Calabria. Allo stesso modo dell’ indagine precedente, Il sistema corruttivo continua ad attraversare la Penisola. In cambio degli appalti pilotati, “come di consuetudine”, le tangenti. Basta far lievitare i costi come sostiene Piercamillo Davigo, ex magistrato di Manipulite: “L’imprenditore sarà sempre più tentato di trasferire il costo delle tangenti sulla pubblica amministrazione”. Ci sono oltre 50 indagati tra cui politici ed ex sottosegretari.
Forse sarebbe il caso, ci permettiamo dire, di cambiare la legge sugli appalti per prevenire la corruzione che si è allargata a dismisura senza nessuna remora da chi la mette in atto. E’ talmente alto il tasso di illegalità che la disonestà sembra un comportamento necessario per far muovere l’economia bloccata. In realtà si tratta dell’economia illegale. A perderci è, purtroppo, l’economia sana che, se perdura tale stato di cose, corre il rischio di scomparire. Non si può andare avanti così, altrimenti la decadenza dell’Italia è dietro l’angolo. Finora Magistratura e Forze dell’Ordine si sono dati da fare ottenendo risultati encomiabili. Adesso è la politica che non può più perdere tempo nel prevenire i misfatti. Pena, il declino del Paese. Insomma la politica, la buona politica, deve fare la sua parte. Bisogna rendersi conto che le cricche, la delinquenza organizzata e quant’altro hanno legato la bella Italia. Hanno asservito certa politica, parte dell’imprenditoria e della burocrazia. Bisogna liberare le energie positive di chi vuole operare una svolta, facendo prevenzione del malaffare con normative e legislazione efficaci, senza dimenticarsi della repressione attraverso l’azione decisa di Forze dell’Ordine e Magistratura contro ogni forma di illegalità.