Lamezia Terme - In video conferenza a testimoniare nell’aula Garofalo del tribunale lametino, Angela Cosentino, moglie del testimone di giustizia Angelo Torcasio e Rosanna Notarianni, moglie di un altro pentito, Giuseppe Angotti. Ad essere ascoltata per prima è Angela Cosentino. Il Pm Elio Romano parte con l’esplorare insieme alla testimone la vicenda attorno alla decisione del marito di collaborare con la giustizia. “Vincenzo Giampà detto Enzo e Maurizio Molinaro sono venuti a casa mia a chiedermi come stava mio marito, dov’era, ed io, terrorizzata, gli ho semplicemente detto che era stato trasferito in Sardegna ma non sapevo i motivi. Avevo paura a dirgli che si era pentito. Mi dicevano che di qualsiasi cosa io avessi avuto bisogno, loro c’erano, ma io gli dissi di non preoccuparsi che non avevo bisogno di niente”.
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Questo episodio, riferisce la Cosentino, avvenne dopo il colloquio con il marito nel quale la informava della sua decisione di collaborare ed il conseguente trasferimento in Sardegna. Enzo Giampà e Maurizio Molinaro hanno fatto visita a casa della Cosentino due volte, la prima il 29 luglio 2011 e poi il 30 luglio mentre il colloquio in carcere tra Vincenzo Perri e Domenico Curcio, cognati di Angelo Torcasio e la stessa Cosentino è avvenuto il 28 luglio. Questa la ricostruzione temporale dei fatti emersa tramite le domande del Pm Elio Romano e del legale di Vincenzo Perri, Giuseppe Spinelli. Nel corso dell’udienza è emerso come, nel primo incontro, i due (Enzo Giampà e Maurizio Molinaro) non avevano accennato direttamente al fatto che Angelo Torcasio aveva deciso di collaborare ma che la donna lo avesse dedotto dalle loro domande insistenti, dal loro atteggiamento.
Nel secondo incontro, invece, i due hanno chiesto esplicitamente alla moglie se era vero quello che si diceva in giro, “io dissi che non sapevo niente, avevo partorito da poco e stavo badando ai figli quando sono venuti”. “Durante la visita sono stati attirati dal fatto che io stavo preparando le valigie ma gli dissi che stavo facendo pulizie extra”. La Cosentino dichiara di conoscere da tempo loro due, ma anche tutti gli altri, dal momento che frequentavano suo marito e da quello che aveva appreso sui giornali era quindi scontato, per lei, che facevano parte della criminalità organizzata. “Inoltre, Francesco Vasile - racconta Angela Cosentino - mi disse che se mio marito collaborava ci potevano essere ripercussioni sulla mia famiglia, in particolare poteva avere ripercussioni su mio cognato Domenico Curcio. Io ho negato anche in questo caso dicendogli che non era vero e che era stato solo trasferito. Ero terrorizzata… per questo ho detto anche a Vasile la stessa versione”. Subito dopo queste due visite presso la sua abitazione, la donna ha avvertito la Polizia nella persona dell’ispettore Rotundo manifestando le sue preoccupazioni soprattutto per i figli da qui la necessità di allontanarsi dalla città, dichiara infine la Cosentino.
Ritorna a parlare della sua famiglia Rosanna Notarianni
Ritorna, sempre presente in video conferenza, a raccontare le vicende della sua famiglia, quella dei Notarianni, nel silenzio dell’aula Garofalo, Rosanna Notarianni anche lei collaboratrice di giustizia. Racconta della sua scelta di collaborare avvenuta dopo il pentimento del marito, Giuseppe Angotti, scelta derivata principalmente dal suo non riuscire a vivere serenamente a Lamezia Terme, lontana dal marito e, come la Notarianni afferma “manovrata” dai fratelli. La Notarianni sembra più lucida nel ricordare gli episodi sui quali il Pm chiede approfondimenti come il bacio della morte dato da suo fratello Giuseppe Notarianni a suo marito durante la sua permanenza in ospedale dopo aver preso delle gocce. Il Pm Romano si sofferma su una particolare circostanza in merito al prelievo di prodotti, senza pagare, in diversi esercizi commerciali a Lamezia, chiede se si recavano anche i suoi fratelli a prendere materiali senza pagare. “Si, da Edil Chirico, Cantafio, Miami, si trattava di Aldo, Aurelio, Antonio, Giuseppe.
In particolare Giuseppe da Cantafio, da Edil Chirico, anche per lavori effettuati presso la mia abitazione” risponde la Notarianni. Il legale di Giuseppe Notarianni, Aldo Ferraro, cerca di collocare temporalmente diversi episodi come la telefonata tra suo padre a suo fratello che si trovava a Bolzano per farlo ritornare a Lamezia, avvenuta nel 1986; ciò che suo padre avrebbe detto a sua madre “siamo diventati uomini del professore”; il ruolo avuto da Giuseppe nella costruzione della prima casa della Notarianni negli anni ‘90, ovvero della merce prelevata alla Edil Chirico senza pagare. L’avvocato Ferraro chiede ulteriori particolari in merito al vissuto della donna, come se avesse mai fatto uso di marijuana, uso interrotto prima della sua decisione di collaborare, riferisce la Notarianni; del suo rapporto con un altro uomo durante un periodo di separazione col marito, “sempre spinta dalla famiglia” afferma; degli appunti che la collaboratrice di giustizia aveva racchiuso in alcune pagine già per il primo interrogatorio. Conclude l’esame il presidente Fontanazza che chiede precisazioni in merito al prelievo di materiale edile senza pagare, da parte del fratello Giuseppe. In particolare “perché Giuseppe costruiva case e poi le vendeva, nel 2007-2008 non molti anni fa”. “Tutti prendevano materiale da Chirico senza pagare”, “dicevano, e si tanto Giuseppe si fa le ville, poi le vende” stralci di conversazioni che la Notarianni avrebbe captato dalle discussioni tra i sui fratelli. Per fare luce sulla vicenda e sciogliere i nodi che la sorella dei Notarianni ha accennato, il legale di Giuseppe Notarianni, Aldo Ferrarro, ha infine chiesto di sentire anche alcuni dei fratelli della Notarianni, richiesta accolta dal tribunale. È con l’udienza del 25 settembre e l’esame di altri tre testimoni che si conclude la fase dell’ascolto dei testi nominati dall’accusa. Il Pm, rinuncia quindi all’ascolto di Scaramuzzino, Perri e Critelli.
R.V.
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