Santa Maria Maggiore - ''Non vedo interesse nel contrasto alle mafie. La lotta non è al primo posto nell'agenda è politica: il malaffare non è mai stato una priorità.'' Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, nel corso di un intervento a 'Sentieri e Pensieri', rassegna letteraria in corso a Santa Maria Maggiore (Vco). Davanti a una platea di 500, Gratteri ha presentato "La rete degli invisibili", libro che ha scritto con Antonio Nicaso. Secondo il procuratore ''il 416 bis è uno strumento ancora attuale e va mantenuto'' e uno dei problemi maggiori è che in Italia ''non ci si scandalizza più di nulla e si dimentica tutto il giorno dopo. Oggi non si arrossisce neppure se ti arriva un avviso di garanzia''. ''E' il politico che va cercare il mafioso - ha anche osservato - mentre una volta era il mafioso che andava dal politico col cappello in mano. E la politica è distante dal quotidiano e si scoccia a parlare col popolo''.
"I calabresi sono omertosi? Non è vero. E' che non sanno con chi parlare. Ma se hanno l'interlocutore giusto, parlano. E lo fanno con chi trasmette loro sicurezza. Non a caso i calabresi, secondo l'Istat, sono quelli che più hanno fiducia nella giustizia''. Gratteri ha anche osservato che la procura di Catanzaro è cambiata, e che ci sono magistrati e forze dell'ordine che oggi chiedono di andare a lavorare nella città calabrese.
''Io eleggerei i membri del Csm col sorteggio. Via chi ha avuto procedimenti o ha ritardato sentenze e scadenze dei termini, poi il sorteggio per la parte restante dei magistrati. Un sistema per far perdere forza ai centri di potere''. ''Mi auguro - ha aggiunto - che tutti i miei colleghi abbiano scelto di fare questo lavoro perché lo amano, perché vogliono fare qualcosa per la nazione, per la collettività''. Secondo il magistrato il numero di giudici e pubblici ministeri è sufficiente: ''solo andrebbero distribuiti meglio''.
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