Catanzaro - La prima sezione della corte di appello di Catanzaro (Presidente Bianchi, a latere Luzzo e Tesesco) ha emesso la sentenza nel giudizio di rinvio nell’ambito del processo Crisalide dopo che la Corte di Cassazione, con sentenza dell’8 febbraio 2023, aveva demandato alla Corte di Appello la celebrazione di un nuovo giudizio nei confronti di Francesca Antonia De Biase. Con la sentenza di oggi la corte ha integralmente accolto il ricorso dell’avvocato Aldo Ferraro, difensore di fiducia della donna, annullando la condanna che era stata pronunciata nei confronti della sua assistita per “violazione del principio del ne bis in idem”. Il difensore aveva infatti eccepito, sin dall’arresto della De Biase avvenuto nel lontano 2017, l’esistenza di un vizio procedurale che impediva di giudicare nuovamente la De Biase per i reati per i quali già pendeva un procedimento dinanzi al tribunale di Lamezia Terme. Tale eccezione fu rigettata dal tribunale collegiale di Lamezia Terme, che all’esito del giudizio di primo grado condannò Francesca Antonia De Biase a tre anni e sei mesi di reclusione, come pure fu rigettata dalla corte di appello di Catanzaro che confermò la condanna di primo grado. L’avvocato Ferraro ha quindi proposto ricorso dinanzi la corte di Cassazione che, con la sentenza dell’8 febbraio 2023, annullò la condanna nei confronti della sua assistita accogliendo l’eccezione sulla dedotta violazione del ne bis in idem. All’esito dell’udienza di oggi la Corte di Appello si è quindi uniformata alla decisione della Cassazione, stabilendo che di fatto Francesca Antonia De Biase “non avrebbe dovuto neppure essere arrestata, come sin da subito sostenuto dal suo difensore, rendendo pertanto ingiusta la detenzione per circa due anni che la stessa ha patito in regime di custodia cautelare”.
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