© RIPRODUZIONE RISERVATA
Parlare da un video è sempre parlare da una cattedra
Scritto da Lametino16 Pubblicato in Maria Arcieri© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Non ho quelle speranze che sono alibi, vivo giorno per giorno. Il successo non è niente è l altra faccia della persecuzione. E’ sempre una cosa brutta, può esaltare in un primo momento, dare piccole soddisfazioni su certe vanità. Ma in realtà appena ottenuto si capisce che è una cosa brutta e falsa. La televisione è un medium di massa per mercificarci e alienarci. E non si può dire tutto. E a parte questo, di fronte all ingenuità o alla sprovvedutezza di certi ascoltatori, io stesso mi autocensuro. Nel momento in cui uno ti ascolta nel video ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore, un rapporto spaventosamente antidemocratico. Le parole che cadono dal video anche le più democratiche , le più vere, le più sincere. Il grande pessimismo, implica sempre un grande ottimismo. Parlare da un video è sempre parlare da una cattedra per quanto questo sia mascherato da democraticità. La televisione è più forte di tutto questo e la sua mediazione. Ho paura che finirà per essere tutto. Il potere vuole che si parli in un determinato modo ed è in quel modo che parlano gli operai appena abbandonano il mondo familiare. In tutto il mondo ciò che viene dall alto è più forte di ciò che si vuole dal basso. Non c’è parola che un operaio pronunci in un intervento che non sia voluta dall alto, ciò che resta originario nell operaio è ciò che non è verbale. Per esempio la sua fisicità la sua voce, il suo corpo. La ferocia era terribile e all’antica, i campi di concentramento la schiavitù nelle democrazie orientali. Una ferocia cos’ì ambigua ineffabile, abile da far sì che ben poco di buono resti in ciò che cade sotto la sua sfera. Non considero niente di più feroce della banalissima televisione. Io da telespettatore ho visto sfilare, un infinità di sere, in quel video un infinità di personaggi. Ebbene La televisione faceva e fa di tutti loro dei buffoni, riassume i loro discorsi facendoli passare per idioti, con il loro sempre tacito beneplacito oppure anziché esprimere le loro idee, legge i loro interminabili telegrammi non riassunti. Evidentemente…ma ugualmente idioti. Idioti come ogni espressione ufficiale. Il video è una terribile gabbia che tiene prigioniera dell’opinione pubblica servilmente servita per ottenere il totale servilismo l’ intera classe dirigente italiana, tutto viene presentato come dentro un involucro protettore con il distacco e il tono didascalico con cui si discute di qualcosa cosa già accaduta da poco. O magari ma accaduta, che l occhio del saggio o chi per lui contempla nella sua rassicurante oggettività. E’ un meccanismo che quasi serenamente e senza difficoltà reali che l'ha….prodotta. In realtà nulla di sostanziale divide i comunicati della televisione de quelli dell'analoga comunicazione radiofonica fascista. ' importante è una sola cosa che non trapeli nulla mai di men che rassicurante. L ‘ Ideale piccolo borghese di vita tranquilla, e perbene le famiglie giuste non devono avere disgrazie, si proietta come una specie di furia implacabile in tutti i programmi televisivi e in ogni piega di essi. Tutto ciò esclude i telespettatori da ogni partecipazione politica, c’è chi pensa per loro. E si tratta di uomini senza macchia senza paura senza difficoltà neanche casuali e corporee. Da tutto ciò nasce un clima di terrore. Io vedo chiaramente il terrore negli occhi degli annunciatori degli intervistati ufficiali, non va pronunciata una parola di scandalo, praticamente non può essere pronunciata una parola in qualche modo, vera.” Attuale
Pier Paolo Pasolini, intellettuale e regista