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Prendere una pausa ogni giorno per il caffè e una per la mente una volta a settimana. Quando ci capita di attraversare un momento di crisi o di angoscia, si deve staccare la spina per mettere i pensieri in un angolo e riflettere con lucidità. Lucidità a chi è rimasta, a chi non l’ha mai persa o a chi vuole ritrovarla. Come si raggiunge il silenzio mentale? A venti anni fumando a 30 con lo shopping a 40 con lo yoga a 50 viaggiando e a 60 prendendosi una pausa dai propri pensieri. Aggiungo con una dose di consapevolezza e una di pratica. Quindi quando vi sentite intasati, affogati e stanchi prendete una pausa da loro, da quelli più ossessivi, disordinati e angoscianti. E come si fa a capire che è il momento giusto? Accade che si sente una voce di sottofondo con un fastidioso rumore. E per bloccarlo bisogna respirare e rivolgere l’attenzione a questo momento e si allontana il fastidio. È un passaggio di autoconsapevolezza e introspezione utile nei momenti critici dell’esistenza.
Il silenzio, in questi momenti, influisce in modo positivo sulla creatività, sulla concentrazione e combatte lo stress e la gestione delle emozioni. Due ore di silenzio al giorno (secondo uno studio della Duke University) favorisce lo sviluppo di nuove cellule cerebrali. Ma allora tutti questi petulanti logorroici in circolazione perché esistono? Si sa che il silenzio fa paura perché ci fa entrare in contatto con noi stessi, con una notevole capacità di introspezione ma è anche lo strumento che abbiamo per uscire, (direi scappare) dalla banalità e dall’egocentrismo e ci permette di cogliere il fondamento dell’esistenza. Infine, si può rigenerare la propria vita dormendo bene e, l’ultima tendenza che riguarda l’universo giovanile e spopola sul web è il rumore del phon. Serve per rilassarsi e secondo gli psicologi ricorda i rumori avvertiti nella pancia della mamma. Tutti sono definiti rumori bianchi, da quello del mare al ticchettio della pioggia allo scorrere del fiume. Sono rilassanti perché rappresentano uno scudo invisibile, una barriera per i suoni provenienti dall’ambiente. Definito un muro di energia sonora, senza schemi, da Seth Hotowitz, neuroscienziato.
Insomma, il rumore bianco concilia il sonno in questo momento storico di insonni e, non solo, attenua l’ansia, in un universo di ansiogeni e rilassa i muscoli abbracciandoci in un sonno da neonati.