Lamezia, spettacolo teatrale sulle Metamorfosi di Ovidio per i 10 anni dello sprar LunaRossa

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Lamezia Terme - 10 anni d’impegno, incontri, trasformazioni per lo sprar Luna Rossa di Lamezia Terme. 10 anni che hanno visto passare ben 150 minori non accompagnati provenienti dai paesi sub-sahariani, dal mediooriente, da tutto il continente africano. Occhi, volti e sguardi che oggi si uniscono per fare festa, e lo fanno attraverso l’arte. Un’arte che unisce, quella del teatro. 

In una serata all’aperto, presso il piazzale della comunità Fandango, altra costola della Comunità Progetto Sud, realtà cardine che ha dato vita a questo e a molti altri semi di speranza, i ragazzi di Luna Rossa insieme a quelli di Fandango hanno realizzato una rappresentazione en plein air sul tema delle Metamorfosi di Ovidio, diretta dal regista lametino Achille Iera, con le musiche dal vivo del Maestro Boto Sissokò. La rappresentazione, realizzata in collaborazione con PROP Calabria, si inserisce nell’ambito del progetto di attività teatrali “Fili” promosso da Comunità Progetto Sud, e tratta, come sottolineato dal regista, i temi del viaggio e della trasformazione, fondamentali nell’esperienza dei ragazzi di Luna Rossa, per i quali “ogni fine rappresenta un nuovo inizio”.

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“La nostra comunità per minori rifugiati e richiedenti asilo – ci spiega il responsabile Nicola Emanuele – nasce nel periodo della primavera araba, un periodo di rivolgimenti che ha spinto molti ragazzi a fuggire lontano dalla guerra per provare costruire una possibilità diversa di vita e di futuro. Noi vogliamo che non sia all’insegna della schiavitù e dello sfruttamento, ma che ognuno di loro possa integrarsi nel territorio. Questo comporta, come suggerisce questo spettacolo, una trasformazione reciproca, uno scambio, che porta a conoscersi e a conoscere nuovi modi di essere e di esprimersi”. “Abbiamo scelto piccoli numeri per questa comunità, che ospita circa 15 minori all’anno, perché vogliamo accompagnarli nel percorso – aggiunge don Giacomo Panizza, presidente di Progetto Sud – seguirli nell’apprendimento della lingua, a scuola, con la patente, a conoscere le leggi del paese dove vivono, anche guidarli nel loro percorso di lavoro e di ricongiungimento con le famiglie di origine, aiutandoli, nel frattempo, con il supporto di famiglie tutrici locali. Questi dieci anni non rappresentano una conclusione ma un nuovo inizio, un’apertura verso un cambiamento generale che ci porterà a vivere l’accoglienza, in questa città, non come invasione ma come incontro, crescita, metamorfosi”.

Giulia De Sensi

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