Cosenza – Ai raggi X i cellulari di Rosa Vespa e di Aqua Omogo Chiediebere Moses. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire tutti i contatti tra la 52enne di Cosenza e il marito. La donna rimane in carcere per aver rapito la piccola Sofia lo scorso martedì nella clinica “Sacro Cuore” di Cosenza. Sabato mattina il gip di Cosenza ha rimesso in libertà il marito, 43enne del Senegal, perché sarebbe estraneo ai fatti. Ma le indagini della Procura proseguono a ritmo serrato, nonostante l’attenzione mediatica continua a rimanere alta sul caso che ha tenuto con il fiato sospeso tutta Italia. Intanto, Rosa Vespa, difesa dall’avvocato Teresa Gallucci, sarà visitata tra mercoledì e giovedì da un medico specializzato in Psichiatria.
I poliziotti, guidati dal questore Giuseppe Cannizzaro e dal capo della Mobile Gabriele Presti, stanno visionando anche alcune immagini di telecamere di videosorveglianza nei pressi dell’abitazione di Rosa Vespa che si trova a Castrolibero a pochi chilometri da Cosenza. Bisognerà valutare se la donna sia stata aiutata in questa ricostruzione della finta gravidanza e del rapimento. Gli inquirenti devono accertare se la 51enne ha potuto avere qualche complice. La donna, in carcere da martedì notte, ha finto per nove mesi di essere incinta, poi ha finto di aver partorito lo scorso 8 gennaio e di aver dato alla luce un maschietto di nome Ansel, che non è mai stato concepito e mai nato.
"La famiglia Vespa - ha detto all'Ansa l'avvocata Gallucci - sta vivendo un doppio trauma, la sorella e la madre sono distrutte, non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche umano, perché tutti aspettavano l'arrivo di un bimbo in famiglia".
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