“Giornata della memoria”, le tracce della propaganda fascista sulla facciata della Basilica di Conflenti

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Conflenti – “Solo Iddio può piegare la volontà fascista gli uomini e le cose mai”. È una delle frasi del ventennio che campeggia sulla facciata laterale della Basilica minore di Conflenti dedicata alla Madonna della Quercia di Visora. Frase estrapolata dal discorso pronunciato da Benito Mussolini a Roma il 3 dicembre 1934 in occasione della premiazione degli agricoltori per l'undecima “vittoria del grano”. Scritte e motti del ventennio cominciarono a comparire maggiormente dopo gli anni ’30, nell’ambito della propaganda del regime fascista, in diverse città italiane. Oggi sono considerati beni storici da tutelare e conservare. Sul retro della Chiesa, inoltre, si legge: “Duce a noi”. Così, il Santuario di Conflenti si ritrova a custodire tali scritte. Le frasi, che prima erano nascoste, sono emerse durante alcuni lavori di ristrutturazione realizzati ormai tempo fa e da allora Conflenti è “costretto” a mantenerle. La presenza di motti fascisti all'interno di un contesto religioso suscita particolarmente riflessioni sul rapporto tra fede e potere politico in un'epoca che ha lasciato segni indelebili nella cultura e nella memoria collettiva.

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Passeggiando nel centro storico del paese del Reventino, così come in moltissimi altri centri calabresi, è possibile scorgere su vecchi muri, case e palazzi (di solito tra i più importanti e noti) scritte o insegne del ventennio ormai scolorite e in alcuni casi appena leggibili, che attirano la curiosità di storici e visitatori. Non solo frasi, anche la testa del dittatore, rigorosamente nera era dipinta sui muri di molti palazzi. Si usavano come tinte vernici rigorosamente di colore nero, ed elementi poveri e naturali per fissarle e renderle resistenti alle intemperie e al tempo. La storia dice che per incentivare cittadini e proprietari ad accettare tali scritte sulle proprie abitazioni veniva elargito anche del denaro. In occasione della Giornata della Memoria delle vittime della Shoah, a 80 anni dalla fine del fascismo, anche la Calabria conserva molte di queste scritte, ancora leggibili. Tracce di un passato da non dimenticare per non ripete gli stessi errori.

R.V.

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