Il ricordo dopo la scomparsa di Lacquaniti: "Intellettuale vivace e gentiluomo"

lacquaniti1_e427a.jpg

Lamezia Terme – “Un intellettuale vivace e operativo, curioso, generoso e gentiluomo”, il giornalista Gianfranco Manfredi ricorda Nunzio Lacquaniti.

“A Palmi era rimasto per tutti il figlio del professor Luigi Lacquaniti, scrittore, studioso di geografia e docente universitario negli anni 60-70 del '900 alla cattedra di Geografia Economica dell’Università di Messina. Nunzio, invece, è sempre stato una “testa d’uovo” a tutto campo, “operativo”, politicamente un liberal moderato, colto e votato al “fare”. Per decenni direttore di Confagricoltura-Calabria, giornalista e intellettuale impegnato su vari fronti, Nunzio (Annunziato) Lacquaniti è venuto a mancare sabato sera, 25 gennaio, a Catanzaro, assistito fino all’ultimo dal figlio Luigi nella lunga malattia che l’aveva pesantemente fiaccato nel fisico e nello spirito. Negli anni 90 Nunzio ha fondato e diretto “Calabria Verde”, periodico edito dalla Federazione regionale e dall'Unione Agricoltori della Calabria con una redazione di giovani attenti al rinnovamento del mondo agricolo e, con notevole lungimiranza, alla sostenibilità. L’avevo conosciuto a metà degli anni ’80 diventando subito amici. Lui spingeva molto col suo incarico in Confagricoltura per svecchiare l’immagine di un’organizzazione vista come “sindacato degli agrari”. A questo scopo valorizzava le figure di imprenditori che per molti versi in Calabria incarnavano un’agricoltura d’avanguardia. Fu lui a farmi conoscere Tonino a Nicodemo Librandi i due fratelli che a Cirò Marina stavano già collegando con successo la vitivinicoltura calabrese al risveglio del Made in Italy enologico. E ancora lui a valorizzare la figura di Mary Cefaly, pioniera della pompelmicoltura nazionale e artefice della Dop Lametia fra le prime denominazioni dell’extravergine riconosciute in Italia. D’ingegno poliedrico, Nunzio Lacquaniti è stato anche un collezionista colto e appassionato, di cartoline d’epoca ma soprattutto di stampe e incisioni. Dopo una mostra, allestita con notevole successo a Lamezia (nel vecchio convento domenicano di Nicastro dove aveva studiato e cospirato Frà Tommaso Campanella), nel 2018 una ancora più importante a Catanzaro. Era una selezione di duecento incisioni italiane e straniere: Nunzio offrì al pubblico raffigurazioni molto piacevoli da osservare ma anche spunti di riflessione sulle tante ferite inferte all’ambiente ed al paesaggio calabrese in epoca più recente. Le datazioni di gran parte delle opere esposte andavano dal ‘500 all’800 con un capitolo importante dedicato alle carte geografiche. Nunzio mi aveva confidato che era appena venticinquenne quando ha avviato la sua collezione. A dare il “la” era stato suo padre Luigi regalandogli un’antica carta geografica, lui poi continuò diventando via via esperto. Acquisì profonda conoscenza di qualità delle carte, di freschezza delle incisioni, di vivezza delle coloriture e di interesse documentario e importanza degli esemplari. E c’è di più. Non aveva investito grosse cifre ma utilizzato soprattutto la sua curiosità e il fiuto nello scovare rarità in librerie antiquarie, a spulciare nei mercatini, partecipando a mostre ed eventi in Italia e all’estero e consultando cataloghi specializzati. A Palmi, la sua amata città natale, era stato Presidente del Comitato organizzatore della Varia. Generoso anche in politica, aveva accettato con entusiasmo diverse sfortunate candidature e anche qualche incarico istituzionale. Gentiluomo autentico, non cercava prebende ma era disponibile a mettersi in gioco, senza protezione né contropartite e senza nulla pretendere. Certamente “sognatore”, Nunzio era disponibile con puro Spirito di servizio. Perché non era un ingenuo ma credeva fermamente in una politica – come ha osservato Wanda Ferro – fatta di trasparenza, lealtà e amore per la comunità”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA