Da piccoli anni '80 Fiorucci e Moschino erano le marche preferite dalle bambine per vestiti e accessori. All'epoca era tutto un pullulare di colori e originalità di capi che abbattava furiosamente il grigiore degli abitini alla marinara e rendeva l'esistenza distante anni luce dai vestiti e tailleur severi delle mamme. Chi non ha avuto il terrore di dover crescere (e già quello è un problema) e di doversi vestire come l'educatrice Jane Eyre. Era anche l'epoca delle mitiche Barbie che ti facevano sognare a occhi aperti perché i look della bambola avevano spodestato dalle mensole della stanzenzette il morbido Cicciobello.

Dopo il paffutto bambolotto iniziavi a fantasticare di voler essere come la bionda e magra Barbie. E da adulta avresti messo in black list, i modelli che indossavano ogni domenica durante l'ora del te le amiche di tua mamma. Sembravano dei Barbapapà con capelli cotonati e vestiti aromatizzati alla arbre magique. E quando arrivarono Moschino e Fiorucci pensavi che la vita del tuo armadio dovesse essere posseduta dalle loro creazioni e che diventare come la Barbie era un sogno che si stava realizzando. Così come crescendo sarebbe terminato il quarto d'ora del Carosello serale che all'epoca ti sembrava l'ora di aria, per poi essere costretti a dormire. A forza. Tutto questo finirà pensavi e indosserò i vestiti come quelli delle Charlie Angeles. Avrò amiche come Sabrina e la lacca sui capelli sarà solo un brutto incubo insieme ai ricettari. E magari il mio unico pensiero non sarà quello di cucinare o di partecipare e organizzare i compleanni e gli onomastici degli amici e dei parenti. E mentre ti addormentavi con il fumetto di Topolino in mano, ti ripromettevi che da adulta non saresti stata bacchettona e formale ma diversa da tutti i cerimoniosi che ti circondavano...