Nocera Terinese - Un momento di informazione e sensibilizzazione quello che ha visto intervenire gli esperti del WWF e l'amministrazione comunale di Nocera Terinese sul litorale di Villaggio del Golfo, poco distante dal luogo dove la sera del 9 agosto il cane Nodo, di proprietà dei coniugi Angela e Michele, ha segnalato, abbaiando verso la riva, la presenza di un raro esemplare di tartaruga Caretta Caretta che emergeva dalle acque per andare a nidificare.
Ed è stato proprio Nodo ad aprire l'incontro moderato dalla giornalista Dora Anna Rocca e introdotto dai saluti dell'amministratore di Villaggio del Golfo condominio B Antonio Marraffa e del sindaco di Nocera Terinese Antonio Albi, il quale ha rimarcato, in merito al proprio impegno nel mantenimento di un ecosistema costiero adeguato, la propria ''interlocuzione continua con l'assessore regionale all'ambiente per risolvere il problema del depuratore, dimensionato per 100.000 abitanti''. È effettivamente l'inquinamento, insieme soprattutto all'uso indiscriminato di alcuni strumenti da pesca, una delle cause antropiche a mettere in pericolo la millenaria specie Caretta Caretta, i cui antenati risalgono addirittura al Mesozoico, e pur essendo sopravvissute ai dinosauri hanno qualche problema con l'uomo. Come riferisce il geologo Giuseppe Magliocco del dipartimento ambiente e territorio della Regione Calabria, “dopo il 14 luglio 2020, con l'approvazione del Paf, un piano regionale per contrastare la perdita della biodiversità, sono stati erogati in tutto a questo scopo 92.685.000 euro, parte dei quali alle associazioni”. Ma per quest'anno sembra che il WWF, per poter proseguire il suo progetto di tutela ''Tartamare'', estendendolo a quasi tutto il litorale calabro, abbia dovuto avvalersi in gran parte di attivisti volontari, che hanno individuato ben 22 nidi ormai prossimi a schiudersi lungo le nostre coste. A parlarne sono il neodelegato regionale del WWF Angelo Calzone, la biologa del WWF di Vibo Valentia Jasmine De Marco e il responsabile scientifico dell'Oasi WWF di Vibo Valentia-Vallata dello Stiloro Pino Paolillo.
Quest'ultimo rivela fra l'altro che già nel 2010 una Caretta Caretta nidificò in questa stessa zona di Nocera Terinese, e svela inoltre alcune curiosità storiche, come la vecchia abitudine di mangiare le tartarughe in alcuni paesi rivieraschi prima - ma anche forse alcuni anni dopo - l'uscita del decreto che le dichiarava specie protetta. Grande l'importanza da dare alle raccomandazioni degli esperti: consegnare ai centri di recupero gli esemplari feriti o impigliati in reti da pesca evitando di ributtarli subito in mare, non disturbare le tartarughe durante l'emersione con flash, ostacoli e baccano. “Le uova - ricorda la dottoressa De Marco - sono più fragili di quelle di gallina e vanno toccate solo da personale autorizzato dal Ministero”.
In particolare, le uova del nido di Nocera Terinese si trovano a una profondità minima di circa 46 centimetri dal livello del terreno, e per quanto riguarda il tempo di schiusa, sempre preceduta da un fenomeno di avvallamento della superficie sabbiosa, è in genere di 45 giorni ma può prolungarsi fino a 90.
Giulia De Sensi
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