“Archeologia e Archeologia Industriale: un Patto culturale dell’Istmo per creare sviluppo”, la riflessione del presidente Acli Terra Calabria

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Lamezia Terme – “La presenza del ricco patrimonio archeologico e archeologico-industriale che attraversa l’antichissimo tragitto di territorio calabrese, al centro della Calabria, rappresentato dall’Istmo, situato tra due vicinissimi golfi, l’uno contrapposto all’altro, il lametino che si affaccia sul Tirreno e lo Scilletino che si protende sullo Ionio e le coste di Squillace, potrebbe rappresentare la svolta per rilanciare una proposta di visione culturale di quest’area così antica, così ricca di giacimenti culturali e di pregio”. Pino Campisi, Presidente regionale Acli Terra Calabria, riflette sulla storia dell’Istmo per creare sviluppo e, prosegue “un pezzo di territorio, narrato nella storia antica, così stretto da poter essere attraversato in mezza giornata di viaggio, di straordinaria importanza storica, le cui tracce giungono dalle opere sull’Italia di Antioco, storico siracusano del V sec. a.c. e dal trattato sulla Politica (VII, 10.1229b) dal filosofo Aristotele (V sec. a.c.). In buona sostanza la storia ci assegna da sempre un pilastro su cui poggiare una visione ed una proposta progettuale contemporanea che parta da quanto è stato sicuramente un luogo centrale per la storia e la nascita d’Italia ma che oggi ha bisogno di radicarsi e rigenerarsi per produrre nuovi cammini culturali e nuove occasioni di impresa culturale e di lavoro. Occorre pensare ad una terapia d’urto programmatica per l’avvio di nuovi processi culturali che possano trainare le varie attività presenti su questa lingua di terra bagnata da due mari, arricchita dall’alba dello Ionio e il tramonto del Tirreno che già da soli rappresentano un patrimonio naturale unico sulla punta dello stivale, così prestigioso e dalle forti potenzialità attrattive”.

A parere di Pino Campisi, consigliere nazionale dell’AIAMS (Associazione Nazionale Amici Mulini Storici) e presidente di Acli Terra Calabria, “la relazione e riproposizione in chiave contemporanea delle due materie da riproporre, di sviluppo e di rilancio culturale e turistico possono aprire una prospettiva anche dal punto di vista di  nuove occasioni di lavoro per giovani imprenditori che in questi ambiti trovano gli stimoli autopropulsivi per valorizzare  una fascia di territorio che allo stato sembra aver dimenticato il valore della propria identità. Prima ancora di verificare le opportunità in ambito dei servizi che questa area può offrire attraverso nuove scelte imprenditoriali e della logistica, nonché di un patto formativo per le imprese, bisognerebbe dare una caratterizzazione culturale che sta già nel ventre storico dell’Istmo, che va riproposta all’attenzione delle Istituzioni, delle Università e delle scuole, nonché del mondo dell’industria culturale. Per sostenere questo interesse culturale-produttivo è in preparazione un incontro che va verso il collegamento tra i siti e ritrovamenti archeologici e l’archeologia industriale. La parte archeologica, già presente e ricca come poche altre aree della Calabria a partire dal Museo Archeologico lametino, area archeologica di Terina, il complesso termale di Acconia di Curinga, Abbazia di Sant’Eufemia, il Museo e Parco Archeologico Scolacium, altre aree archeologicamente ricche, come attestano ritrovamenti di reperti di vari secoli a Crichi, a Uria, a Santa Maria, a Germaneto, a Sellia Marina. Nell’ambito archeologico-industriale si parte da un primo sito, dove si svolgerà il forum, nello specifico dai Mulini del Vescovo, di proprietà della famiglia Tolomeo, e ubicati in località Giulivetto, nei pressi del fiume Alli, territorio del comune di Catanzaro, due impianti un frantoio e un mulino con macine in pietra già azionati ad acqua. Intorno al fiume Alli siamo in presenza di un luogo ambientale da scoprire, nella sua morfologia idrografica, nella varietà botanica e faunistica e nella riserva naturalistica, ambientale e paesaggistica. Possiamo dire che la proposta progettuale alla luce dell’importante territorio dell’Istmo di Lamezia-Catanzaro-Squillace può rappresentare la nascita di un parco archeologico-industriale open aire, diffuso e attrattore di turismo moderno, giovane e delle tradizioni storiche ed esperenziali. Per discuterne saranno chiamati ad intervenire oltre ai corpi intermedi come le Acli e Acli Terra, il mondo accademico, l’Università di Catanzaro, l’Accademia di Belle Arti, Lamezia Europa Spa, i comuni di Lamezia, Catanzaro e Squillace e tutti i piccoli comuni ricadenti nella fascia dell’Istmo, la Provincia di Catanzaro, l’ACAI (Ass.ne calabrese di Archeologia Industriale, la Regione e l’Aiams il FAI per la bellezza dei luoghi e l’AIPAI (Associazione Italiana per il patrimonio archeologico industriale. Bisogna rilanciare l’idea anche a livello nazionale: un turismo sociale ed economico e di pregio, con una gradazione crescente sui punti da sviluppare verso una rigenerazione urbana e territoriale. Attraverso l’AIAMS nazionale nascerà un luogo di confronto sui giacimenti culturali dell’Istmo, da cui far partire progettualità istituzionali coinvolgendo i Comuni dell’area che in co-programmazione e co-progettazione daranno respiro a quanto fino ad oggi non è stato valorizzato se non addirittura dimenticato. La messa in rete dei beni archeologici, il ripristino di beni archeologico-industriali, la nascita di un museo etnofotografico saranno i punti di forza regionale”, conclude Pino Campisi.

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