Lamezia Terme - I Volontari Vincenziani della parrocchia di San Giovanni Battista a Sant'Eufemia stanno portando avanti un'iniziativa significativa, che va "oltre" le tradizionali forme di aiuto, intraprendendo un cammino sinodale che si propone di raggiungere i più deboli e gli emarginati dell comunità. Questo cammino sinodale li ha condotti a incontrare la comunità residenziale Casa Meulì dell’Associazione Comunità Progetto Sud di cui Don Giacomo Panizza è presidente, che offre rifugio a donne in difficoltà, sole o accompagnate da figli, in condizione di vulnerabilità.
Casa Meulì è un luogo di accoglienza per donne che provengono da contesti familiari e personali segnati da esperienze di deprivazione e violenza, che spesso ledono la dignità della donna. Le loro storie raccontano di esperienze traumatiche e di una lotta quotidiana per la sopravvivenza, spesso aggravata da contesti di provenienza caratterizzati da povertà culturale, etica ed economica. Sara Scerbo Rombiolo, coordinatrice della Casa Meulì, ha condiviso le sfide quotidiane che affrontano nel cercare di guadagnare la fiducia delle donne e dei bambini che accolgono. “Le esperienze traumatiche che hanno vissuto rendono difficile per loro aprirsi e fidarsi degli altri", spiega Scerbo. "Molte di queste donne hanno subito violenze e hanno vissuto in contesti di grande vulnerabilità, e la loro diffidenza è comprensibile. Il nostro compito è quello di creare un ambiente sicuro e accogliente, dove possano sentirsi protette e valorizzate, rielaborare il proprio vissuto e pianificare il proprio futuro attraverso percorsi di sostegno finalizzati alla piena autonomia”.
I Volontari Vincenziani, consapevoli di queste difficoltà, hanno intrapreso un percorso di ascolto e supporto. La loro presenza non si limita a fornire assistenza materiale, ma si concentra sulla costruzione di relazioni umane autentiche cercando di portare un sorriso sui volti dei bambini e di instillare un senso di comunità e appartenenza. "Iniziative come queste - conclude la nota - ci ricordano l'importanza di tendere la mano a chi ha bisogno. È un invito a tutti noi a guardare oltre le nostre vite quotidiane e a impegnarci attivamente per creare una società più giusta e inclusiva".
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