Lamezia, parla il primario aggredito: "Occorre più sicurezza, impossibile lavorare in queste condizioni"

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Lamezia Terme - “Siamo arrivati ad un punto estremo dove il medico non ha più la libertà di decidere serenamente sulla terapia, sull'assistenza di un paziente. Praticamente siamo vessati tutti i giorni sia dai pazienti stessi ma anche dai familiari su cosa dobbiamo fare, su quale indagini richiedere, quando dimettere e se dimettere. Non è più possibile accettare una situazione di questo tipo. Non si lavora serenamente e si rischia, in effetti, se poco poco si è contrari alle loro richieste, che si arrivi persino a subire anche fisicamente”. A parlare così, è il primario del Pronto soccorso di Lamezia Terme, Rosarino Procopio, aggredito la notte scorsa. “È la prima volta che succede a Lamezia una cosa di questo tipo e fisicamente il personale sanitario ne risente sul posto di lavoro” aggiunge.

Cosa è accaduto ieri sera?

“Nello specifico dopo l'episodio di ieri sono completamente indolenzito, non ho fratture sul torace, per fortuna, sulla scapola né sull'avambraccio dove sono stato colpito. Era un manganello, uno sfollagente, mi hanno detto i poliziotti che sono intervenuti. Il discorso è che non hanno accettato la mia decisione di dimettere questa paziente che era già da 24 ore nel nostro Obi. Si tratta di un servizio di osservazione breve  perché, appunto, vengono fatti degli accertamenti dopodiché il paziente o va a casa o viene ricoverato. In questo caso la signora doveva essere dimessa perché il suo iter diagnostico era stato completato, quindi, non era più necessario che rimanesse qui”.

Lei ha sporto denuncia?

“Sì, ho sporto denuncia e l’autore è stato fermato dalla polizia. Sto arrivando ora dal commissariato dove ho fatto la mia deposizione”.

Come si sente?

“Mi sento deluso perché in effetti finora tutto il personale sanitario, al di là di diverbi o di scontri verbale, qui a Lamezia, non era mai successo niente, in effetti solamente qualche vetro rotto da parte dell’utenza ma sul personale sanitario non era stato mai provocato alcun che di fisico”.

Questo ospedale a suo modo è sicuro? La sicurezza è garantita?

“L'ospedale è sicuro. Abbiamo delle guardie giurate il cui contratto non prevede che possano agire nei confronti dell’utenza. Tutta questa sicurezza per noi non la vedo. Al di là, ovviamente, se ci fosse un posto fisso di polizia anche la notte: c’è durante il giorno, poco però per un ospedale, uno spoke come Lamezia che copre non solo l’hinterland Lametino, ma anche del Basso Cosentino e del Vibonese. Abbiamo un incremento di utenti rispetto all'anno scorso notevole e servirebbe un posto fisso H24”.

La sua passione e il suo impegno oggi la portano nuovamente sul posto di lavoro?

“Sì, sono rientrato perché ho molte cose da fare dal punto di vista amministrativo come dirigente e come direttore del pronto soccorso. Quindi, al di là dei miei turni che fino a ieri sera erano turni come gli altri colleghi, mi trovo anche a dover gestire il pronto soccorso”.

C’è carenza di personale in questo ospedale?

“Noi abbiamo mandato in pensione sette medici che sono stati sostituiti dal personale cubano. Il personale cubano purtroppo necessita di un certo periodo di tempo perché possa capire come è organizzata la nostra sanità, per cui attualmente non possiamo usufruirne al 100%”.

Antonio Cannone

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