Lamezia Terme – Sono fra le attività commerciali ritenute necessarie e che hanno riaperto i battenti, aggiungendosi così a supermercati, farmacie, tabacchini, in questa fase di tempo sospeso tra paura e rispetto delle misure adottate dal Governo per frenare il contagio da Covid-19. Librerie, negozi per neonati e bambini fino a 16 anni, cartolibrerie. Anche a Lamezia, dunque, molti esercenti hanno potuto rialzare le loro saracinesche, abbassate da oltre un mese. "Da quando abbiamo riaperto ad oggi, abbiamo ricevuto un discreto numero di visite e comunque una clientela che già aspettava questo momento. Ci sono molte donne in stato interessante e con l'arrivo della nuova collezione avevamo richieste da evadere. Anche la nostra merce certamente rientra in quella cerchia cosiddetta vendita di necessità". A parlare così Giuseppe, titolare del negozio per neonati e bimbi, Brums sul centralissimo corso Nicotera di Lamezia, fra gli esercenti che hanno riaperto i negozi lo scorso 14 aprile come da decreto governativo. Esponente dell'Associazione Lamezia Shopping, Giuseppe racconta al Lametino.it di "seguire le regole imposte in tema di distanziamento sociale e misure di sicurezza. Nel negozio, all'ingresso, abbiamo posizionato su un piano, guanti e igienizzante così ogni cliente può usufruirne".
Chi invece pone alcuni quesititi di natura “logistica” e di spostamenti della clientela, è Carmela, titolare del negozio Baby Chic-abbigliamento 0-16 in via Tagliamento, che evidenzia la criticità legata al raggiungimento del negozio stesso. "Guardi, abbiamo alcuni problemi a causa di mancati permessi per signore le quali ci hanno contatto poiché, per esempio, da via del Progresso non hanno avuto la possibilità di raggiungerci, perché sul foglio rilasciato per la circolazione da parte del ministero dell'Interno, non è prevista la voce relativa a negozi come questo. Eppure sono una necessità. Se hanno deciso di farci riaprire, perché porre paletti e mettere a disagio la clientela?" Come ovviate a ciò? “Inviando foto dei capi. Qui abbiamo anche abbigliamento prenatale e facciamo consegne a domicilio. Abbiamo comunque deciso di riaprire per un senso di dovere verso chi può raggiungerci. Però, ripeto, ci sono alcune contraddizioni. Per il resto rispettiamo le norme di sicurezza come previsto".
Spostando lo sguardo e rimanendo sempre nella zona centrale della città, altri negozi riaperti sono le librerie, luoghi certamente non affollati ma di grande fascinazione per chi, in questi giorni, tenta di “scrollarsi” paure e stati d'angoscia. Luoghi dove si registra una discreta affluenza che testimonia l'importanza, nonostante tutto, della lettura.
"Io penso - dice al Lametino.it, Gioacchino Tavella dell'omonima libreria - che nel momento in cui sono state adottate misure di contenimento sul distanziamento sociale e così via, si è ritenuto di tenere aperte alcune attività, se le librerie erano considerate come attività di servizio, che potevano dare un conforto alle famiglie, offrire il libro come momento anche di passatempo o momento di studio e di approfondimento, dovevano restare aperte fin dall'inizio. Oggi, aprire le librerie, 15 o 20 giorni prima che aprano le altre attività - e quando tutto si è fermato - significa che ancora una volta in Italia si preferiscono, per dire, i tabaccai perché, che so, il tabacco probabilmente è un bene di prima necessità, e il libro non viene considerato. Poi si cerca di riparare, ma si ripara male. Se le librerie sono considerate dei luoghi da preservare, dei luoghi da tutelare, questo si deve fare tutto l'anno. E poi, in momenti emergenziali come questi, premiarli rispetto ad altre attività. Si abbiamo riaperto, io ho riaperto perché mi sento molto affezionato alla mia attività, sono 43 anni che lavoro nei libri per avere un rapporto anche con la clientela, perché la libreria non è solo un luogo di vendita, ma è anche un luogo dove si conversa, si scambiano conoscenze, ci si arricchisce reciprocamente e quindi io ho aperto. Ma con molta ansia, molta preoccupazione, per come viene gestita questa “fase 2” che ancora non sappiamo se è già iniziata o chissà quando inizierà".
Distanziamento e misure di sicurezza? "Sì le rispettiamo. E’ evidente che abbiamo aperto naturalmente con tutte le norme previste per la sicurezza in termini di distanziamento. All'ingresso ci sono i guanti e l'igienizzante. Poi, diciamo in verità, le librerie non sono state mai un luogo dove i clienti si riversano in massa purtroppo e, quindi avendo comunque uno spazio abbastanza ampio, ritengo di rispettare alla lettera tutte le norme di sicurezza e di igiene".
Altra libreria del centro, lungo corso Nicotera, il Bookstore Mondadori. "Sì - afferma il titolare Bruno - devo dire che la ripresa dell'attività è un fatto positivo e che riceviamo clienti. Leggere è sempre un fatto importante in questi giorni". Anche qui, rispetto per le norme su distanziamento, sicurezza e igiene. Dalle librerie alle cartolibrerie, il “passo” è breve. Rimanendo nella zona centrale della città. Anche presso il punto vendita della Cartolibreria Go Kart di via Piave, l'accoglienza avviene nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. All'ingresso e nei pressi della cassa, igienizzanti e guanti. "La riapertura è un segno positivo - racconta Maria Concetta, una delle addette alla vendita - bisogna pian piano ritornare alla normalità e i primi segnali ci sono. La gente esce se ha bisogno dell'occorrente come nel caso di prodotti qui presenti. L'auspicio è che al più presto si possa ritornare alla piena normalità".
Cartocalabra di Francesco Pileggi, ha riaperto ma da via Tagliamento si è spostata in via Lissania. "Si spera in una ripresa - dichiara il titolare - anche se già prima le cose non è che andavano bene. E' un momento particolare e bisogna rimboccarsi le maniche". Sicurezza e rispetto delle norme igieniche anche qui non mancano.
Antonio Cannone
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