Lamezia Terme - Si è conclusa alla presenza della comunità dei fedeli, nella Sala Giovanni Paolo II del seminario vescovile, la fase diocesana dell’Inchiesta sulla vita, le virtù, la fama di santità e i segni del Servo di Dio Monsignor Vittorio Moietta, già Vescovo di Nicastro dal 1961 al 1963. La cerimonia, preceduta dai Vespri, è stata presieduta dal Vescovo Monsignor Serafino Parisi, alla presenza del Postulatore della Causa don Marco Mastroianni, e degli Officiali dell’Inchiesta: il Delegato episcopale Monsignor Tommaso Buccafurni, il Promotore di giustizia don Gigi Iuliano, il Notaio Gianfranco Fiorenza. Presenti inoltre il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro, il sindaco di Brusasco – paese natale di Moietta – Giulio Bosso, l’assessore all’Urbanistica di Lamezia Francesco Stella. Presenti inoltre Raffaella Rolfo e Bruna Curato, membri della Commissione storica assieme a Francesco Paolo Emanuele, e la Copista suor Dorotea Scopelliti.
La fase successiva, ovvero la fase Romana dell’Inchiesta, come è stato annunciato dallo stesso Monsignor Parisi, avrà sempre come Postulatore don Mastroianni, che ora avrà il compito di consegnare la documentazione al Dicastero delle Cause dei Santi a Roma. Restano invece ancora anonimi, come da protocollo, i componenti della Commissione Teologica. Grande la commozione durante la cerimonia di sigillo dei plichi contenenti i documenti dell’Inchiesta con tutto il materiale e le testimonianze raccolte, e durante il giuramento dei componenti del Tribunale ecclesiastico, che hanno dato parola d’aver svolto il proprio compito con zelo e di mantenere il riserbo sull’Inchiesta. Innumerevoli i ringraziamenti del Vescovo, che ha ammesso l’urgenza del procedimento nei confronti di una figura che “ha lasciato tracce indelebili nel cuore dei fedeli di questa Diocesi”.
Particolarmente, Monsignor Parisi ringrazia i componenti del Tribunale ecclesiastico, e il Postulatore don Marco, per “il puntiglio e la precisione dimostrate”, i componenti delle diverse Commissioni, tutti i collaboratori e i testimoni coinvolti, particolarmente, per l’anzianità e il peso della testimonianza, don Carlo Grattarola. Quindi il Vescovo della Diocesi di Casale Monferrato Monsignor Gianni Sacchi con il suo Vicario; la signora Angela Moietta, nipote del Servo di Dio, per aver donato alla Diocesi le sue vesti episcopali che sono state esposte nelle sale superiori del Museo Diocesano, e sono state oggetto di visita subito dopo la cerimonia; un ringraziamento inoltre ai sindaci Mascaro e Bosso, commossi ed emozionati dal nuovo legame che unisce le due comunità. “Un primo segno compiuto da Vittorio Moietta” dice infatti Bosso, “è stato proprio quello di avvicinare due realtà distanti fisicamente, ma ora vicine spiritualmente”.
Anche don Marco Mastroianni, nei suoi ringraziamenti, ha parole per tutti, particolarmente per il Vescovo Parisi, “per il merito di aver sentito, attraverso le testimonianze dei fedeli, a 60 anni di distanza, la grande portata di questa figura, e per aver avuto la sensibilità e anche il coraggio di dare avvio a quest’Inchiesta”. Un’Inchiesta doverosa, secondo il Vescovo, “che avrebbe potuto essere avviata decenni prima, tanto è forte l’impronta che Moietta ha lasciato nel tessuto sociale della Diocesi”. Don Mastroianni, come Parisi, ha poi definito Moietta “Vescovo dei poveri e degli ultimi”, ma anche “precursore del Concilio, pastore missionario, colui che ha dato valore ai laici, capace di accettare l’oblazione della sofferenza, segno di una vita totalmente offerta a Dio”. La celebrazione si è conclusa con i canti del coro “Rorate Coeli Desuper”, e con un ringraziamento finale al Signore per aver guidato verso la giusta conclusione questa fase così importante dell’Inchiesta.
Giulia De Sensi
Inaugurata sezione museo Diocesano dedicata a Mons. Moietta
© RIPRODUZIONE RISERVATA