Lamezia, Autonomia differenziata: Comitato "Difendiamo la Costituzione" soddisfatto dopo decisione Consulta

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Lamezia Terme - "Siamo contenti e soddisfatti per quanto dice la nota che l'ufficio della Corte Costituzionale ha rilasciato a commento della Sentenza con la quale, sui ricorsi presentati da 4 Regioni, ha di fatto reso una scatola vuota la legge Calderoli sull'autonomia differenziata". Così ha esordito a nome del Comitato "Difendiamo la Costituzione" di Lamezia Terme, il coordinatore Mario De Grazia che ha voluto, ancora una volta, ringraziare tutte le forze politiche di opposizione, i sindacati della Cgil, Uil e Gilda, le Acli, le Associazioni. cattoliche e laiche, la comunità cristiana e i suoi responsabili, per avere contribuito alla raccolta di oltre cinquemila firme sul territorio lametino, durante un'estate torrida con determinazione e ottimi risultati, per la richiesta del Referendum abrogativo della legge Calderoli.

Intanto la Consulta, pur ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell'intera legge, ne ha svuotato l'intero impianto, dichiarando l’incostituzionalità di importanti profili sui quali la Lega e i suoi alleati avevano costruito questa pessima e antiunitaria legge.  De Grazia ha sottolineato a più riprese che, secondo la Corte, non si possono trasferire alle Regioni intere materie (istruzione, sanità pubblica, ambiente, trasporti ecc.), ma sole specifiche funzioni legislative o amministrative e dopo puntuale giustificazione in stretta relazione alle reali esigenze di una singola regione.  Ha ribadito, come chiave interpretativa fondamentale, la necessità che ogni autonomia pretesa deve sempre conformarsi ai principi costituzionali dell'unità della Repubblica, della solidarietà tra le Regioni, dell'uguaglianza e della garanzia dei diritti di tutti i cittadini. Ha sottolineato che il solo scopo deve essere quello di migliorare l'efficienza amministrativa, avvicinare lo Stato ai bisogni concreti dei cittadini e non può mai essere il tentativo di appropriarsi di parti del potere dello Stato unitario che ha come scopo quello di guardare in modo egualitario ai diritti e ai bisogni di tutti i cittadini, indipendentemente da dove nascono e vivono.

In altri termini, per pretendere una devoluzione di una parte di funzione amministrativa o legislativa su singola materia, la Regione richiedente deve dimostrarne la specificità e la particolarità.  La Corte, ha detto De Grazia, ha chiaramente demolito: - la pretesa del Governo di determinare, senza alcun) coinvolgimento del Parlamento, i Lep (livelli essenziali delle prestazioni), il cui finanziamento non può basarsi sul criterio della spesa storica, ma su quello dei costi e dei fabbisogni consolidati secondo criteri di efficienza; - la possibilità del Governo di stabilire con proprio decreto l'entità della compartecipazione al gettito dei tributi per le funzioni evolute.  All'unisono, poi, il rappresentante della Cgil Amendola, Nicolino Panedigrano, Rosa Tavella e Elvira Falvo, hanno ribadito che la Sentenza della Corte ha rimesso al centro i principi di sussidiarietà e solidarietà e hanno sottolineato che la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra Stato e Regioni deve avvenire sempre in funzione del bene comune e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione.

"Vedremo dalle motivazioni della sentenza, hanno detto i rappresentanti del Comitato, ciò che resterà in piedi di questa sciagurata legge.  Nel frattempo, il Tavolo nazionale NO AD e il Comitato "Difendiamo la Costituzione" di Lamezia Terme, che ad esso ha aderito, continueranno la loro battaglia referendaria per l'abrogazione definitiva della legge. Seguiranno passo passo i lavori del Parlamento, così come le prossime scadenze che riguarderanno prioritariamente la decisione della Corte di Cassazione sulla verifica delle firme e, successivamente, la Corte Costituzionale chiamata a pronumciarsi sull' ammissibilità dei quesiti referendari.  Il costituito fronte referendario nazionale, forte del milione e trecentomila cittadini che hanno firmato, insisterà nella sua richiesta di Referendum abrogativo per eliminare definitivamente dall'orizzonte legislativo nazionale ogni forma devolutiva alle Regioni, prevista da questa legge ingiusta, delle prerogative e delle funzioni dello Stato unitario e repubblicano.

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