Donna morta dopo parto all'ospedale di Lamezia, Asp: "Signora ha rifiutato ricovero e intervento chirurgico"

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Lamezia Terme - La giovane donna, morta all'ospedale di Lamezia, "aveva rifiutato il ricovero due settimane dopo il parto".  L'azienda sanitaria di Catanzaro interviene sulla drammatica vicenda della trentenne lametina che tre giorni fa è deceduta e su cui ora la procura ha aperto un fascicolo d'inchiesta per fare luce sulle esatte cause che hanno provocato la morte della donna, madre di tre bambini. Secondo la ricostruzione fatta dall'azienda, la donna avrebbe rifiutato un primo ricovero - dopo essersi presentata al Pronto soccorso - e successivamente avrebbe rifiutato un intervento chirurgico che le era stato prospettato dai sanitari, dopo un secondo accesso al Pronto soccorso poi scaturito nel ricovero della donna.

"A seguito del decesso della signora - spiegano oggi i vertici dell'Asp a "Il Lametino" - l’Azienda sanitaria di Catanzaro ha avviato il consueto “audit” clinico con l’obiettivo di individuare eventuali falle nelle procedure sanitarie eseguite. La donna ha partorito in data 12 giugno con taglio cesareo. Il decorso postoperatorio è stato regolare e la signora è stata dimessa regolarmente in terza giornata con le prescrizioni terapeutiche mirate alle sue situazioni cliniche”.  Prosegue la relazione fatta dall’Azienda: “in data 27 giugno la signora giunge in Pronto Soccorso etichettata con codice verde: le valutazioni specialistiche eseguite mostrano una infezione a livello della ferita, a seguito della quale si propone il ricovero che la signora rifiuta; prima di lasciare l’ospedale, accetta la somministrazione di un antibiotico. Il giorno 28 la signora torna in Pronto Soccorso, dove si rileva un peggioramento dell’infezione locale, a causa del quale la paziente viene ricoverata. Nei giorni successivi si procede agli approfondimenti diagnostici inclusa medicazione e drenaggio del sito infetto. La mattina del 2 luglio la signora chiedeva la dimissione, mentre le evidenze generate dagli approfondimenti diagnostici suggerivano la necessità di una revisione chirurgica della ferita. Anche questa opzione terapeutica veniva rifiutata dalla signora, nonostante il confronto intervenuto anche con i chirurghi.”

“Prima del decesso - prosegue la relazione dell'azienda - avvenuto in modo improvviso, la paziente aveva ricevuto la visita di una amica che si era trattenuta circa 10 minuti, intorno alle ore 14. Alle 14.10 si verificava la crisi che ha portato al decesso nonostante le manovre rianimatorie attivate. Le ipotesi sulle cause che hanno portato al decesso della paziente sono diverse, già ipotizzate nell’audit, e facilmente verificabili da parte dell’Autorità Giudiziaria. L’Azienda, nel confermare il pieno supporto e totale fiducia nei sanitari che hanno operato sulla vicenda, fa sapere di avere piena fiducia nell’operato degli inquirenti".

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