Decollatura - "Venerdì 20 dicembre alle ore 10,30 presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Luigi Costanzo a Decollatura verranno ricordate le 71 vittime del più grave deragliamento ferroviario italiano: la Fiumarella. Come si ricorderà la tragedia si verificò il 23 dicembre 1961 alle porte di Catanzaro e provocò la morte di 71 persone, di cui 31 del Comune di Decollatura" è quanto si legge in una notta.
"L’evento - spiegano - di alto profilo istituzionale ed etico, per la prima volta patrocinato da tutti i paesi coinvolti direttamente o indirettamente alla vicenda, vedrà la presenza di esponenti della Giunta e del Consiglio Regionale della Calabria, del Prefetto di Catanzaro, del Presidente della Provincia e di Ferrovie della Calabria. L’iniziativa “Il Valore della memoria, il sapere dell’identità – Commemorazione del più grave deragliamento ferroviario italiano, Catanzaro 23 dicembre 1961” è organizzata dal Comitato 23 dicembre 1961, che da alcuni anni mantiene viva l’attenzione su una pagina di storia poco conosciuta a livello nazionale".
"Il presidente del comitato il prof. Giovanni Petronio sottolinea che: “commemorare una storia del genere è doveroso e obbligatorio, il disastro della Fiumarella per chi lo subì e per il territorio che lo visse, a quel tempo e poi anche dopo, rappresentò una catastrofe equiparabile ai contorni pratici di una guerra; con la differenza che nei conflitti armati la precarietà era baricentro imprescindibile della quotidianità. La morte poteva annidarsi in ogni angolo, viveva cucita addosso. In guerra la dipartita poteva essere “compresa”, forse perché vantaggiosa al perseguimento di un aleatorio o ipotetico, anche se non condivisibile, fine… Salire su di un treno, che da sempre traduce ideali di civiltà e di progresso, e non tornare più a casa, per di più sotto Natale, era, ed è, un fatto razionalmente inaccettabile, che sa di sconfitta. Fu strage di innocenti che avrebbero dovuto e voluto realizzare dei sogni, dei piccoli e grandi desideri, ma che conobbero l’oscurità prima che per loro scendesse il tramonto naturale della vita. Un’umanità estinta dal presente ed estirpata dal futuro. Una frattura intima e anche geografica senza precedenti per tutti i paesi coinvolti. Per tutti questi motivi tutti noi, ma anzitutto le istituzioni, oggi più che mai, abbiamo il categorico dovere di imprimere alle generazioni attuali e future, il 23 dicembre 1961!”.
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