Lamezia Terme - Ore convulse a Lamezia in ambito politico. In una nota, i partiti del centrodestra si "affrettano" a far sapere alla città di aver ritrovato improvvisamente l'unità da tempo smarrita. Anzi possiamo dire, smarrita da mesi e mesi. La dimostrazione palese sono i continui cambi di casacca, gli spostamenti dagli scranni della maggioranza a quelli della minoranza e via via i veti, i voti contrari in Consiglio, le assenze strategiche che hanno caratterizzato almeno gli ultimi due anni di questa consiliatura che volge al termine. Le alchimie della politica, come già evidenziato in altre circostanze, determinano il cambio repentino di giudici e posizioni. Insomma, ci va di mezzo la coerenza, ma tant'è. Saranno poi gli elettori ad esprimere il giudizio finale. Intanto, si prende atto di questa improvvisa e "ritrovata" unità (da capire ancora la posizione di Udc-Cdu) anche se nessuno dei leader politici del centrodestra esprime l'indicazione sul nome del candidato a sindaco. Sarà ancora Paolo Mascaro?
Sull'altro fronte, le cose non vanno molto meglio. Il centrosinistra che sembrava aver trovato la "quadra" pur con l'intromissione dei vertici regionali e nazionali del Pd e delle altre forze politiche, scavalcando di fatto il commissario, Domenico Giampà, si trova a fare i conti con la decisione dell'avvocato Mario Murone che nelle ultime ore non ha sciolto definitivamente le riserve. Anzi, secondo alcune fonti, sembrerebbe propenso a rinunciare alla proposta di candidarsi. Se ciò dovesse rispondere al vero, Pd e centrosinistra dovranno tessere nuove tele. Con chi - se si esclude la riproposizione del ticket Piccioni-Vescio - è tutto da vedere. Tenuto conto che dalle trattative sul nome di Murone, una parte consistente del Pd che fa capo all'ex segretario Gennarino Masi, all'ex presidente, Francesco Grandinetti a tutto l'ex Direttivo e tanti altri tesserati, è stata naturalmente esclusa. Una parte che, come è noto, si ritrova su un altro fronte decisa ad andare avanti con un proprio candidato.
A. C.
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