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La grande manifestazione di una settimana fa a Reggio Calabria si presta a tante letture e a tante interpretazioni di ogni tipo, di ordine politico generale e locale; di messaggi lanciati e recepiti, etc etc. Ma su uno crediamo che non ci possono essere dubbi: in piazza e per il lungomare di Reggio c’era quella che, senza enfasi o forzature, si può definire la Calabria migliore.
Spesso questa Calabria se ne sta in silenzio, in un cantuccio e lascia spazio alla peggiore Calabria e nel dopo Melito il rischio poteva essere proprio quello dell’indifferenza, del voltarsi dall’altra parte, di fare finta che non era accaduto nulla e che, tutto sommato, si poteva tirare ancora una volta a campare. Così non è stato ed il merito del presidente della Regione Oliverio è stato proprio questo: dire una cosa semplice ma enorme nello stesso tempo come quella di scendere in strada per far partire dalla Calabria un segnale a tutta l’Italia sull’intollerabilità cui è giunta da tempo, da troppo tempo, la violenza contro le donne.
Non era scontato e infatti Oliverio ha ricordato anche le resistenze e i dubbi che da talune parti si erano sollevati quando è stata indetta la manifestazione del 21, prima a Melito e poi spostata a Reggio. Invece i volti e le presenze hanno – come dire – dato fiato e voce a un sentimento che era presente in migliaia e migliaia di persone e che non trovava modo di esprimersi. Ieri quella Calabria migliore erano soprattutto le migliaia di ragazze delle scuole di tutta la regione. I ragazzi ma soprattutto le ragazze, che non hanno partecipato tanto per partecipare ma hanno segnato corteo e manifestazione con un’intensità, una passione che non possono cadere nel dimenticatoio. Ieri quella Calabria migliore erano le donne dei tanti centri antiviolenza, delle case rifugio, di chi concretamente si batte giorno dopo giorno per dare speranze e aiuto alle vittime della violenza maschile.