Catanzaro - La Corte d'Appello di Catanzaro ha rideterminato la sentenza di primo grado, pronunciata con rito abbreviato, relativa all'omicidio di Domenico Belsito, di 34 anni, avvenuto il 18 marzo 2004 a Pizzo. La Corte ha riconosciuto le attenuanti generiche nei confronti di Nicola Bonavota, annoverato tra i mandanti del delitto, la cui condanna è stata rideterminata in 18 anni e 8 mesi di reclusione in luogo dei 30 anni comminati in primo grado. Otto anni sono stati inflitti a Francesco Fortuna, neocollaboratore di giustizia che proprio sull'omicidio Belsito ha cominciato a rendere le prime dichiarazioni. A Fortuna, condannato anche lui a 30 anni in abbreviato quale mandante, è stata riconosciuta l'attenuante della collaborazione. Due anni, in continuazione con le altre condanne inflitte, sono stati comminati al collaboratore Andrea Mantella che era stato condannato a otto anni in primo grado in qualità di organizzatore dell'agguato. Secondo l'accusa e le dichiarazioni di Fortuna, Belsito sarebbe stato ucciso perché aveva una relazione extraconiugale con la sorella di una persona vicina al clan. Per lo stesso delitto sono imputati, davanti alla Corte d'Assise di Catanzaro, Salvatore Mantella, accusato di aver guidato l'auto nel corso dell'omicidio, Domenico Bonavota, accusato di essere uno dei mandanti, e il collaboratore di giustizia Onofrio Barbieri che avrebbe procurato l'auto rubata per compiere il delitto. Il pm della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo, lo scorso 26 novembre ha chiesto l'ergastolo per Domenico Bonavota e Salvatore Mantella e 12 anni di reclusione nei confronti di Barbieri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA