'Ndrangheta, arrestato in Brasile Rocco Morabito: era il numero due dei latitanti dopo Messina Denaro - REAZIONI

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Reggio Calabria - Il superlatitante della 'ndrangheta, Rocco Morabito, è stato catturato in Brasile in una operazione effettuata dai Ros con polizia, Interpol e polizia federale brasiliana. Rocco Morabito, latitante dal 2019 quando era evaso da un carcere uruguayano, era il numero due della lista del Ministero dell'Interno dei più ricercati dopo Matteo Messina Denaro.

Il boss, infatti, era già stato arrestato nel 2017 in Uruguay dopo 23 anni di latitanza ma due anni dopo era riuscito a fuggire dal carcere di Montevideo dove era in attesa di estradizione in Italia

Insieme a Morabito arrestato anche narcotrafficante Vincenzo Pasquino

Il narcotrafficante Vincenzo Pasquino, 35 anni, è stato catturato in Brasile, dove era latitante almeno dal 2019. È stato arrestato a Joao Pessoa insieme a Rocco Morabito. Erano inseriti negli elenchi dei latitanti di massima pericolosità. L'operazione dei carabinieri del Ros, in collaborazione con i Comandi provinciali di Reggio Calabria e Torino, si è svolta in sinergia con la polizia brasiliana e il supporto di Fbi e Dea statunitense. Importante anche il contributo informativo fornito dalle autorità dell'Uruguay.

Pasquino e Morabito, rispettivamente di Torino e di Reggio Calabria, erano inseriti tra i latitanti di massima pericolosità facenti parte del "programma speciale di ricerca" e nell'elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell'Interno. L'operazione è stata coordinata dalle procure distrettuali di Torino e di Reggio Calabria.

Morabito e Pasquino trasferiti a Brasilia

Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino, i due latitanti arrestati ieri, alle ore 20 italiane, in un'abitazione nel nord del Brasile, sono in fase di trasferimento, con un volo militare, da San Paolo a Brasilia. Lo ha rivelato il comandante del secondo reparto investigativo del Ros, Massimiliano D'Angelantonio, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli dell'operazione.

Angelosanto: "Supportati anche da Dea e Fbi"

Autorità brasiliane, Fbi e Dea hanno supportato le autorità italiane nelle operazioni che hanno portato alla cattura dei latitanti Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino. "L'attività investigativa del Ros - ha spiegato il comandante del Ros dei Carabinieri, Pasquale Angelosanto  portata avanti col Nucleo investigativo del Gruppo Locri e il Comando provinciale di Reggio Calabria, riguarda in particolare l'individuazione delle proiezioni internazionali della ‘ndrangheta, in questo caso in Sud America, partite dall'Uruguay dove per diversi anni il latitante Rocco Morabito sotto falso nome e con attività di copertura, svolgeva l'attività di imprenditore nel settore della produzione e del commercio all'ingrosso di soia, si era creato anche una famiglia che vive lì, ma da lì governava come broker importantissimo il grande traffico di stupefacenti per conto della ‘ndrangheta verso l'Europa".

In Brasile, ha proseguito Angelosanto, Morabito non si nascondeva semplicemente "ma continuava a governare il grande traffico degli stupefacenti tant'è che si incontrava con appartenenti alla ‘ndrangheta di altri locali e continuava l'attività di broker pur nella posizione di rifugiato essendosi allontanato dall’Uruguay. Le attività investigative - ha aggiunto Angelosanto - hanno consentito di localizzarlo e per far questo abbiamo lavorato in stretta collaborazione con la polizia brasiliana e con l’Fbi e la Dea che ci ha supportato sotto il profilo informativo". Anche i comandanti provinciali dei Carabinieri di Torino e Reggio Calabria, colonnelli Francesco Rizzo e Marco Guerrini, hanno esaltato la straordinaria sinergia tra i reparti dell'Arma, innanzitutto, con le altre forze di polizia internazionali e con la magistratura. "Un segnale fortissimo - ha sottolineato il colonnello Guerrini - dato anche alle organizzazioni criminali, delle capacità delle istituzioni di rendersi partecipi di una rete di contrasto davvero efficace".

In casa latitanti sequestrati documenti e telefoni

Nell'abitazione in Brasile dove sono stati catturati i due latitanti Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino sono stati sequestrati documenti che gli inquirenti ritengono possano essere molto utili. Lo ha rivelato il comandante del secondo reparto investigativo del Ros Massimiliano D'Angelantonio nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i dettagli sulla duplice cattura. "L'attività - ha spiegato - è durata 2 anni, è stata molto intensa, con momenti di stasi, tutto si è sbloccato mercoledì scorso perché dalle attività che avevamo in Calabria, abbiamo avuto percezione di alcuni spostamenti verso il Sud America. La macchina si è mossa in moto in maniera molto rapida e in costante confronto con i nostri partner internazionali, ha consentito di sbloccare la situazione nell'arco di nemmeno tre giorni dal nostro arrivo in Brasile. I colleghi brasiliani sono stati rapidissimi a operare, l'arresto dei due latitanti è avvenuto all’interno di un'abitazione dove è stata rinvenuta documentazione che pare di interesse, schede telefoniche e telefonini e documenti che saranno analizzati nelle prossime ore".

Rizzi: "14 arresti latitanti in 1 anno progetto Ican"

"Oggi festeggiamo, esattamente a un anno dall'avvio operativo, 14 arresti di latitanti in giro per il mondo nell’ambito del progetto Ican: tre in Argentina, due in Spagna, Albania e Brasile, uno in Portogallo, Canada, Costa Rica, Svizzera e Repubblica Dominicana. Oggi sicuramente il target più importante. Un grande successo del law enforcement italiano, della cooperazione di polizia, della magistratura". Lo ha detto il prefetto Vittorio Rizzi, vice capo della Polizia, nonché direttore centrale della Polizia criminale, nel corso della conferenza stampa tenuta per illustrare i dettagli della cattura dei latitanti Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino.

REAZIONI

Mangialavori: “Colpo durissimo a ‘ndrangheta”

“La cattura del superlatitante Rocco Morabito rappresenta un nuovo successo dello Stato, che così infligge un colpo durissimo alla ‘ndrangheta e al mondo del narcotraffico. Da tempo considerato il più importante broker per il traffico di cocaina con i cartelli del Sudamerica, negli anni Morabito era diventato una sorta di fantasma imprendibile. Onore al merito alle Dda di Reggio Calabria e Torino e a tutte le forze di polizia impegnate nell’operazione. Il numero due della lista dei ricercati più pericolosi non è più in fuga. Il primo è Messina Denaro: prima o poi festeggeremo anche la fine della sua latitanza”. Così Giuseppe Mangialavori, senatore e componente della commissione parlamentare Antimafia.

Ferro (FDI): “Risultato straordinario”

“L’arresto in Brasile del super latitante Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta e narcotrafficante, è un risultato straordinario ottenuto grazie alla grande sinergia investigativa e operativa tra la procura distrettuale di Reggio Calabria, i carabinieri del Ros, del gruppo Carabinieri di Locri e dei comandi provinciali di Reggio e Torino, con la collaborazione delle autorità giudiziarie e di polizia brasiliane e il supporto di Fbi e Dea. Una complessa attività investigativa internazionale che ha consentito di assicurare alla giustizia uno dei criminali più ricercati al mondo. Complimenti ai magistrati e ai carabinieri che hanno consentito di portare a termine questa brillante operazione”. È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare antimafia.

Procuratore Bombardieri: "Cooperazione per arresto Morabito" 

"Grande soddisfazione per un risultato investigativo fortemente perseguito sin dal momento della fuga del Morabito. Una grande collaborazione e cooperazione giudiziaria internazionale e di polizia giudiziaria è alla base di questa successo investigativo". Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri in merito alla cattura del boss latitante Rocco Morabito, detto "Tamunga", avvenuta ieri sera in Brasile al termine delle indagini coordinate dallo stesso magistrato assieme al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e ai sostituti procuratori Diego Capece Minutolo e Alessandro Moffa. "Continui - aggiunge Bombardieri - sono stati i collegamenti della Dda di Reggio Calabria con la Fiscalía Nazionale dell'Uruguay, competente per le indagini sulla fuga (di Morabito da un carcere del Paese sudamericano, anni fa, ndr), e tra le polizie giudiziarie di vari Paesi anche grazie al progetto ICan di Interpol". "Il Ros ed i carabinieri di Reggio Calabria e di Locri hanno collaborato strettamente con le polizie Giudiziarie dell'Uruguay e del Brasile con il supporto di Fbi e Dea (agenzie Usa, ndr). La Dda di Reggio Calabria grazie anche alla collaborazione della Procura Generale di Reggio Calabria, il cui titolo custodiale era in esecuzione, ed in ultimo della Dda di Torino, ed al supporto nella cooperazione internazionale di Eurojust e della Direzione Generale Affari Internazionali e Cooperazione Giudiziaria del Ministero della giustizia , ha costantemente diretto le indagini".

Ministro Lamorgese: "Successo straordinario forze ordine-pm"

"Complimenti all'Arma dei Carabinieri e al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol per l'operazione, coordinata dalle procure antimafia di Reggio Calabria e Torino, che ha condotto all'arresto di Rocco Morabito nel nord del Brasile": così il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. "Ancora una volta la determinazione, la dedizione e la professionalità di tutti gli investigatori coinvolti - aggiunge - hanno consentito di assicurare alla giustizia, dopo due anni di complesse e articolate indagini, l'esponente di primissimo piano della 'ndrangheta, considerato il secondo latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, e insieme a lui, Vincenzo Pasquino, personaggio di spicco del narcotraffico internazionale e inserito nell'elenco del Viminale dei latitanti più pericolosi». "Un risultato straordinario che dimostra la capacità di magistratura e forze dell'ordine di contrastare in modo efficace la criminalità organizzata e le sue ramificazioni internazionali grazie alla proficua e intensa collaborazione di polizia sviluppata nell'ambito del progetto "I can", promosso e finanziato dal ministero dell'Interno e condotto dall'Interpol per intensificare lo sforzo comune nella lotta alla 'ndrangheta e a tutti i suoi interessi illeciti transnazionali» ha aggiunto il ministro Lamorgese sottolineando infine "l'impegno quotidiano concreto per garantire legalità e sicurezza".

Cafiero De Raho: "Giorno importante per l'Italia"

"Gli arresti che sono stati eseguiti sono per noi di grandissima importanza, Rocco Morabito rappresenta un riferimento internazionale nell’ambito del traffico di sostanze stupefacenti, è condannato a una pena di oltre 30 anni per traffico di stupefacenti dall' autorità giudiziaria di Milano, di Palermo e di Reggio Calabria. Era stato tratto in arresto nel 2017, poi poco prima della sentenza di estradizione si è dato alla fuga e si è sottratto ad ogni controllo. Essere riusciti ad assicurarlo alla giustizia è per l'Italia un importante gesto di collaborazione e cooperazione internazionale". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa tenuta per illustrare i dettagli della cattura, avvenuta ieri in Brasile dei latitanti Rocco Morabito e Vincenzo Pasquino.

"Insieme a lui - ha proseguito De Raho - Vincenzo Pasquino, altro soggetto di grande importanza raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torino su richiesta del procuratore della Repubblica di Torino. Ugualmente soggetto di grande significato e importanza internazionale, gestore di traffici internazionali. Quindi oggi è una giornata importante per l'Italia e quanti hanno con noi contribuito a questo risultato con il sostegno importantissimo dell’Fbi, della Dea, di tutti gli organismi che hanno collaborato per arrivare a questo importantissimo risultato".

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