Lamezia, processo "Quinta Bolgia" su 'ndrangheta e sanità: in appello assoluzioni e ridetermina alcune pene

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Catanzaro – Assoluzioni e ridetermine di alcune pene in appello per alcuni imputati coinvolti nell’operazione "Quinta Bolgia” che nel novembre del 2018 portò a 24 misure cautelari emesse dalla procura antimafia di Catanzaro. Ribaltata, quindi, la sentenza di primo grado che aveva visto 8 condanne e 3 assoluzioni. Caduto quindi il reato di associazione mafiosa - per i principali imputati - che portò anche allo scioglimento Asp di Catanzaro.

La Corte di appello di Catanzaro, seconda sezione penale, Presidente Alessandro Bravin e, a latere, consiglieri le dottoresse Maria Rosaria di Girolamo e Assunta Maiore in riforma della sentenza del gip del tribunale di Catanzaro il 29 settembre 2021 appellata da alcuni imputati e società nonché dal pm della Procura della Repubblica e dalla parte civile Alfredo Vescio oltre al rappresentante legale della Vescio Funeral home ha emesso il dispositivo.

La sentenza

La corte ha assolto: Diego Putrino ’82 e Diego Putrino ’67 che, invece, in primo grado erano stati condannati a 9 anni e 6 mesi; Pietro Putrino (11 anni in primo grado), Silvio Rocca (10 anni e 6 mesi in primo grado), Ugo Bernardo Rocca (9 anni e 2 mesi in primo grado), Vincenzo Torcasio (9 anni e 4 mesi in primo grado) dal reato ascritto al Capo 1 (associazione mafiosa) “perché il fatto non sussiste”.

Ha assolto, inoltre, Giuseppe Perri (8 mesi in primo grado), ex direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Diego Putrino ‘82, Diego Putrino’ 67 dal reato ascritto al capo 4 “perché il fatto non sussiste”. Esclusa, inoltre, la responsabilità della società Croce Rosa Putrino srl, La Pietà Putrino srl, Putrino Service srl, e Rocca Servizi s.a.s. in relazione al capo 1 “perché l’illecito amministrativo non sussiste”. La Corte ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Silvio Rocca per il reato ascritto al capo 2 perché estinto per morte dell’imputato. Ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche e rideterminato la pena inflitta in relazione al capo 2 a Diego Putrino ’82, Diego Putrino ‘67 e Ugo Bernardo Rocca in un anno e 6 mesi di reclusione.

Riduce la pena inflitta capo 2) nei confronti di Franco Antonio di Spena (2 anni e 8 mesi in primo grado) a 2 anni, 5 mesi e giorni 10 di reclusione e nei confronti di Pietro Putrino in 2 anni e 8 mesi di reclusione. Concede a Diego Putrino cl. 82, Diego Putrino cl. 67 e Ugo Rocca Bernardo i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale. Revoca la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e della misura di sicurezza nei confronti di tutti gli imputati nonché la pena accessoria della revoca delle indennità di disoccupazione, assegno sociale e pensioni nei confronti di Vincenzo Torcasio. Nel collegio difensivo, gli avvocati Antonio Larussa, Pasquale Cristiano, Francesco Gambardella, Giuseppe Senese, Salvatore Staiano, Renzo Andricciola, Laratta, Massimiliano Carnovale, Michele Cerminara, Lucio Canzoniere, Nicola Aloisio.

La Corte di appello inoltre “ridetermina la pena pecuniaria inflitta alle società Croce Rosa Putrino s.r.l., La Pietà Putrino s.r.l., Putrino service s.r.l. c Rocca Servizi s.a.s. in relazione all’illecito amministrativo di cui al capo li) in € 51.600,00 pari a 200 quote per ciascuna di esse. Applica nei confronti di Croce Rosa Putrino s.r.l., La Pietà Putrino s.r.l., Putrino service s.r.l. e Rocca Servizi s.a.s. in relazione al capo II) le sanzioni interdittive della sospensione delle licenze per l’esercizio delle attività di onoranze funebri e di autoambulanze e servizi di assistenza domiciliare per la durata di mesi 6 e del divieto di pubblicizzare beni o servizi per la durata di anni 1 e revoca le ulteriori sanzioni interdittive applicate. Revoca la confisca dei beni e delle società disposta con la sentenza impugnata. Revoca le statuizioni civili in relazione ai capi 1) e 4) nei confronti di tutti gli imputati, nonché in relazione capo 2) nei confronti di Rocca Silvio e, in relazione agli illeciti amministrativi di cui ai capi I) e II), nei confronti della società Croce Rosa Putrino s.r.l., La Pietà Putrino s.r.l., Putrino service s.r.l. e Rocca Servizi s.a.s. Riduce il risarcimento del danno in relazione al capo 2) liquidato nella sentenza impugnata a carico degli imputati Di Spena Franco Antonio, Putrino Diego cl. 82, Putrino Diego cl. 67, Putrino Pietro e Rocca Ugo Bernardo in euro 8000,00 in favore dell’ASP di Catanzaro, in euro 6000,00 ciascuna in favore della Regione Calabria e del Comune di Lamezia Terme e in euro 4000,00 per l’Associazione Antiracket di Lamezia Terme. Conferma nel resto.Condanna Di Spena Franco Antonio, Putrino Diego cl. 82, Putrino Diego cl. 67, Putrino Pietro e Rocca Ugo Bernardo alla rifusione delle spese di costituzione sostenute dalle parti civili che liquida in complessivi euro 1.200,00 oltre accessori di legge per ciascuna parte.Visto 1’art. 544 c.p.p.; indica in giorni novanta il termine per il deposito della motivazione della sentenza”.

Le indagini

Al centro dell’inchiesta scattata nel 2018 l’Asp di Catanzaro e il servizio di gestione delle autoambulanze e del trasporto del materiale sanitario all'interno anche dell'ospedale di Lamezia Terme. Proprio questa operazione portò anche al commissariamento per mafia dell'Asp di Catanzaro. L'indagine, realizzata dalla Dda guidata da Nicola Gratteri, ipotizzò una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, collegata con i reati di turbata libertà dell’industria o del commercio, frode nelle pubbliche forniture, illecita concorrenza con minaccia o violenza, abuso di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. Oggi la corte di appello di Catanzaro ha così emesso la sentenza tra assoluzioni e ridetermine.

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