Lamezia Terme 7 luglio – Paura a Lamezia questa mattina, quando, attorno alle 8:45, nella centrale via Misiani, è stato ucciso il ventenne Francesco Torcasio. Il giovane aveva da poco parcheggiato la sua Peugeot 107 di colore blu elettrico quando è stato raggiunto da 15 colpi di pistola morendo all’istante.
Nella macchina rinvenuta una pistola del giovane
Colpisce come il killer abbia agito nel mentre si avviavano diverse attività e la strada fosse già trafficata. Il giovane sembra dovesse recarsi al lavoro nel vicino supermercato. Nella macchina, gli inquirenti, hanno comunque rinvenuto, poggiata sul sedile, una pistola. Sul luogo dell'omicidio sono intervenuti i carabinieri, gli agenti della polizia di Stato, la guardia di finanza e la polizia municipale che hanno provveduto a circoscrivere, con il famoso cordone bianco e rosso, la zona dell’omicidio. Sul posto anche il questore di Catanzaro e il sostituto procuratore Domenico Galletta.
Due episodi nel giro di una manciata di metri
Un cordone, quello bianco e rosso, che è simile a quello posto, a pochi metri più in là, alla Casa del Dolce di Giordano dove, questo tragico sette luglio, si era annunciato in maniera fragorosa facendo esplodere una bomba che ha mandato in frantumi anni di tradizione e dedizione nell’arte dolciaria.
Francesco ucciso ad un mese di distanza dal padre
L’omicidio di Torcasio avviene a un mese esatto dalla morte del padre di Francesco, ovvero Giovanni, ucciso mentre assisteva ad una partita di calcetto della sua squadra di calcio in contrada Marsomiglio.
Segnali di faida. Le cosche si stanno riorganizzando
Gli investigatori stanno cercando di raccogliere elementi utili alla dinamica dell'omicidio, ma sarebbero propensi circa la ripresa della faida tra le cosche della 'ndrangheta. Nella faida, che va avanti da oltre nove anni, i componenti della famiglia Torcasio sono comunque stati decimati. L'omicidio di Vincenzo Torcasio, cugino di primo grado del presunto boss, e quello del figlio Francesco, commesso a distanza di un mese, confermerebbero questa ipotesi e che si tratti della cosca “perdente”. Negli ambienti investigativi s’ipotizza, quindi, come nella città della Piana si stiano riorganizzando gli assetti della ‘ndrangheta locale per il controllo delle attività illecite. Nelle settimane scorse il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, si era detto preoccupato per la "grave situazione". Dopo l'omicidio del padre di Francesco, un mese fa, si era riunito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che aveva deciso un potenziamento del controllo del territorio.
Le reazioni. Napoli (Fli): “Gli interessi in gioco in città sono tanti”
“Da tempo c'era stato il preavviso, ma l'omicidio, avvenuto questa mattina, del giovanissimo Francesco Torcasio, suggella la palese ripresa della faida tra le cosche della 'ndrangheta lametina'”. Questo è quanto dichiarato dalla deputata di Futuro e Libertà Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare antimafia. "La città - prosegue - sa benissimo che questa guerra fratricida dei malavitosi, che ha già fatto scorrere troppo sangue, ha dei contendenti che, pur di espletare le loro vendette, non hanno orari, scelte dei luoghi, né tantomeno si preoccupano di usare le armi tra la gente. Gli interessi in gioco nella città lametina sono tanti e non può non far gola la conquista del dominio del territorio. Per tale motivo diventa necessario ed urgente adeguare gli organismi di controllo, congiuntamente alla necessaria attività di prevenzione”.
Sindaco Speranza “Un appello: vendetta non serve ed espone a rischi cittadini inconsapevoli”
''Sono profondamente turbato e addolorato per quello che sta succedendo. Un omicidio di chiarissimo stampo mafioso alle 9 del mattino, in pieno centro cittadino e dopo che nella notte si era messa in atto un'ennesima intimidazione. Siamo tutti preoccupati - aggiunge Speranza - che riprenda e si sviluppi una nuova guerra di mafia, terribile, sanguinaria e senza esclusione di colpi. Nel ribadire il sostegno mio e di tutti i cittadini alle forze di polizia e alla magistratura per quello che fanno ogni giorno”.
Poi, l’appello alla società civile e alle famiglie colpite: “Voglio invitare l'opinione pubblica alla reazione democratica e civile e lo Stato a stare vicino a Lamezia in questo momento difficile. Lamezia ha dimostrato di essere una comunità vitale, vivace e che vuole conquistarsi un suo futuro di libertà e di dignità. Faccio un appello: la vendetta non serve, alimenta solo odio e sangue ed espone a rischi anche cittadini inconsapevoli che passano per caso sul posto dei delitti e degli attentati”.
Red/Lam
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