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Il fastidio che può dare un gesto delle volte non ha spiegazione e motivazione precisa. Ma esiste. Come quello di toccare una persona durante una conversazione. La spalla è la zona più gettonata, con il braccio. C’è chi non ci fa caso, c’è chi rimane impassibile e c’è chi vorrebbe affondare l'interlocutore con uno schiaffo di rovescio.
E naturalmente per tutti i gesti incomprensibili interviene la psicologia per spiegarne i motivi. E ritene che il contatto fisico influisce nelle relazioni interpersonali e soprattutto nella comunicazione non verbale. Toccare una persona mentre si parla può avere diversi significati. Può trasmettere empatia, affetto, o dominanza. Quindi si tocca il braccio o la spalla per rafforzare un legame o per sottolineare un concetto. Ma se lo compie un amico potrebbe avere una minima giustificazione. Ma se dovesse mancare il rapporto confidenziale potrebbe essere recepito come invadente. Poi c’è sempre il cafone o la cafonazza di turno che senza motivo o amicizia ti stordisce il braccio con la pacca sulla spalla o sul braccio. E ti chiedi. Ma da quale caverna è uscito? Poi c’è il soggetto dal tocco ripetuto. E potrebbe essere interpretato come un abitudine inconscia. Se poi si vuole essere molto ma molto pazienti buoni e imitare i santi si giustifica come persona affettuosa e si interpreta come bisogno per confermare la connessione con l’interlocutore. Tutto può essere! Basta capire questi soggetti (opzione 1) o mollare una sberla come avviso per evitare la ripetizione del gesto (opzione 2). Comunque è solo un fastidio in più tra i tanti della quotidianità…