Da Vasco a Diana a Lamar… passando per la tabellina del 5

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Ai vertici delle aziende, delle banche e professionalità mediche e legali ci sono i grandi. Gli adulti, i vecchi. I signori e le signore indicati con il dito puntato perché hanno cinquanta anni o più. Perché? Ci si potrebbe chiedere sono nei posti di comando e di dirigenza più alta. Risposta, perché hanno studiato. Hanno lottato per arrivare dove si trovano. Apro parentesi per scrivere che per fortuna ci sono casi in cui giovani ricoprono incarichi di prestigio dalle università alle aziende. Ma sono troppo pochi. La distanza che esiste sempre di più tra le generazioni con vari acronimi, a volte viene… annullata. Per esempio? Nella musica i ragazzi preferiscono i rapper e i più grandi amano e conoscono (i più fighi) i testi di Eminem, (per me numero 1). Poi i ragazzi manifestano contro l’inquinamento climatico. I più grandi lo vivevano in percentuale minore. E lo hanno debellato in maniera diversa perché le auto inquinavano ma non con questa gravità. I ragazzi puntano il dito contro i cinquantenni come se fosse una colpa il 5, il 6 sulla carta d’identità. Ma adorano i nonni. Che sarebbero i genitori di quelli che demonizzano. I giovani non seguono la politica come dovrebbero. E non avviene il cambio generazionale per la mancanza di una nuova classe politica. Anche perché preferiscono cantare suonare e inventarsi nuove professioni. Com’è giusto che sia. Ma non bisogna inveire contro i portatori di capelli grigi e il loro operato. I giovani non rispettano gli insegnanti (come dovrebbero) e preferiscono seguire i corsi on line, a distanza. Forse i tutor ringraziano in cuor loro perché si salvano dalla violenza dei monelli e genitori per gesti non molto eleganti. In alcuni casi conoscono l’orario solo dal cellulare perché non sempre la tabellina del 5 per loro è indispensabile.

Per i non giovani era la più simpatica di tutte per la musicalità e semplicità. Per loro i concerti gremiti sono quelli dei Màneskin. Per noi erano quelli dal numero indefinito di partecipanti, a iniziare dai Queen, the King of pop, di Prince, Genesis e Police. Senza di loro non sarebbero esistiti, i loro idoli. Non ci siamo mai permessi di rivolgerci non bene ai cinquantenni, altrimenti entravano in vigore, punizione e castighi. Non esistevano gli oligarchi teach ma gli scrittori, Dostoevskij, Eco, i giornalisti, Ottone e Biagi, i calciatori Maradona, Platini o le modelle Schiffer, Turlington e gli attori. Non uscivamo solo per bere, ma anche per andare a ballare, o fare passeggiate. O discutere nei locali, confrontarsi, termini quasi sconosciuti da generazioni di giovani ammutoliti davanti i pc e che osservano il prossimo con occhi sbarrati e persi dalla mimica alla Marcel Marceau. Il mondo lo si conosceva solo viaggiando e non da un pc. Ognuno lo ha scoperto seguendo i parametri della sua generazione senza incolpare nessuno del tempo che passa. Se è gremito lo stadio per Vasco Rossi… chiedetevi come mai! E al Super Bowl i cantanti informatevi che età hanno… e se si inchinano a Diana Ross ai Grammys. Beh, un motivo ci sarà stato per Lamar…

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