Lamezia Terme, 28 dicembre – Anche Lamezia ed il suo hinterland è stata invasa dal Punteruolo Rosso, un insetto simile ad uno scarafaggio dotato di ali, che si nutre della linfa all’interno delle palme presenti in vari giardini pubblici e privati. Per questo motivo, e per evitare l’estinzione delle palme stesse, il Comune di Lamezia ha emesso nei mesi scorsi un’ apposita ordinanza in cui prescrive ai possessori di palme infette di segnalare la propria situazione all’ufficio sanitario e provvedere al risanamento o all’abbattimento nei casi più disperati. Un vero problema se si pensa che Lamezia può, tra l’altro, vantare un’antica tradizione vivaistica messa ora a repentaglio da tale insetto.
Le palme più colpite sono quelle del genere “canariensis”. Il punteruolo, una volta distrutte queste ultime, così come avvenuto in altre zone, si concentrerà sui rimanenti tipi. Una vera e propria emergenza che sta colpendo da nord a sud l’intera città e che mette a rischio diverse aziende attive nel settore e che creano economia e posti di lavoro. Onde evitare l’abbattimento delle piante e la loro estinzione, in molti stanno ora ricorrendo ai trattamenti prescritti dalla legge vigente in materia. Tra le aziende impegnate a combattere in queste settimane la proliferazione di tale insetto c'è la Baglione Piante e proprio ai suoi tecnici specializzati abbiamo chiesto maggiori spiegazioni per evitare l'estinzione delle palme nel nostro territorio. La tecnica più usata è quella che usa trattamenti localizzati con doccia insetticida. Si procede alla potatura della pianta e poi, tramite un tubo in pvc si provvede al mantenimento tramite iniezioni mensili d' insetticida. La pianta può essere protetta da un nuovo attacco, dopo la potatura, con un telo anti parassita e fino alla nascita delle nuove palme. Molte, dicevamo, le piante attaccate sull'intero. Lo stesso Comune di Lamezia ha dovuto provvedere in queste settimane ad una campionatura di palme di proprietà pubblica che si aggira quasi sulle 200 piante. Anche nel giardino dell’ospedale di Lamezia sono presenti diverse palme già infette.

Il sintomo più evidente è quando una palma inizia appare come “appesantita” e, successivamente, inizia a seccare. Da quel momento in poi la legge italiane impone ai proprietari di intervenire salvo multe salate proprio per evitare l’estinzione della specie. Le palme irrimediabilmente compromesse vanno abbattute e tutto il materiale opportunamente bruciato. In alcuni casi si è pensato di incentivare il mantenimento delle piante con politiche di contributi o incentivi da parte dei Comuni invece di multare semplicemente i proprietari di palme infette. Ma quanto costa mantenere una palma e risanarla una volta attaccata? I costi medi parlano di: 20 euro a palma per trattamento localizzato, 10 interventi da 10 euro ciascuno a cadenza mensile (per evitare eventuali ricadute) mentre la costruzione dell’impianto con tubo in pvc ha un costo di 100 euro. Il costo più elevato è, comunque, lo smaltimento in quanto le piante infette, sia che si tratti di una parte o dell’intera pianta, la legge impone siano termodistrutte onde evitare nuove infezioni in altre zone. Il coleottero, infatti, può viaggiare e coprire ampie distanze una volta adulto e giunto a maturazione dallo stato di larva all’interno della cavità della pianta. Le palme più colpite, infatti, sono quelle che presentano fori o cavità nella corteccia che consentano al coleottero di insediarsi e riprodursi deponendo le uova di migliaia di larve in grado di prosciugare nel giro di pochi mesi l’intera linfa di una palma adulta. Un problema che rischia di mettere a serio rischio l’intero patrimonio secolare di questa specie di piante se, come troppo spesso accade in molti comuni, si attuano solo politiche repressive e non d’incentivi alla cura e mantenimento.

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