© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’Europa finalmente si è accorta che esistono le mafie e che hanno la ‘ndrangheta in casa loro. C’è voluto del tempo, troppo, e non si sa se ci sarà la possibilità di ritrovare il filo del discorso. Comunque i numeri sono imponenti, sia per quanto riguarda le persone arrestate sia per quanto riguarda il valore delle proprietà sequestrate agli uomini della ‘ndrangheta che hanno operato oltre che in Calabria anche in America Latina e in Europa, in particolare in Germania, Belgio ed Olanda. L’operazione di alcune settimane fa è frutto di un lavoro di anni – è infatti iniziato nel 2015 – che ha coinvolto le polizie di tre paesi, che hanno portato alla costituzione di una squadra investigativa comune denominata J.I.T. (Joint Investigation Team), che aveva lo scopo di reprimere i vari reati transnazionali che via via sarebbero eventualmente emersi, di individuarne gli autori e di disarticolare le organizzazioni criminali coinvolte nei reati. Tutto questo è una conferma ulteriore che in un mondo globalizzato la ‘ndrangheta, considerata per molto tempo un’organizzazione tribale e familistica, ha le capacità operative e le modalità adatte per insediarsi in terre lontane ed economicamente sviluppate. Qui resta la testa e altrove gli affari.