Lamezia, omicidio Gigliotti: confermata in appello condanna a 30 anni per Marco Gallo

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Lamezia Terme – Confermata in appello la condanna a 30 anni per il 39enne Marco Gallo ritenuto responsabile dell’omicidio di Domenico Maria Gigliotti, avvenuto a Lamezia nel gennaio del 2015. Arriva così la conferma della sentenza di primo grado emanata nel novembre 2022. È stata, inoltre, dichiarata dalla Corte di Appello, (presidente Piero Santese) la prescrizione per il capo c (distruzione di cadavere) e confermata nel resto la sentenza in accoglimento della richiesta che era stata avanzata dal sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio. Sono state liquidate le parti civili costituite nel procedimento, Franco Pasquale Gigliotti (difeso dall'avvocato Salvatore Cerra) e Rossella Gigliotti (difesa dall'avvocato Lucio Canzoniere). Indicati 90 giorni per il deposito della motivazione.

Il Pm, Santo Melidona, nel processo di primo grado, aveva - si ricorda - chiesto l’ergastolo per Marco Gallo (difeso dagli avvocati Antonello Mancuso e Francesco Siclari). Nel giugno 2021, la svolta nelle indagini del delitto Gigliotti. Indagini che - secondo l’accusa - si sono orientate nei confronti di Gallo - già coinvolto negli omicidi di Francesco Berlingieri (per tale episodio delittuoso, già condannato in via definitiva alla pena dell’ergastolo), Gregorio Mezzatesta (ergastolo confermato dalla Cassazione) e dell’avvocato Francesco Pagliuso (l’ergastolo è stato confermato in appello con riconosciuta anche l’aggravante mafiosa esclusa in primo grado) - in considerazione del fatto che lo stesso figurava tra le vittime della truffa dei "viaggi fantasma" venduti dal un’agenzia gestita dalla moglie della vittima. Gallo, si ricorda, è accusato di aver ucciso e dato alle fiamme l’imprenditore edile Gigliotti poiché – secondo le accuse – Gallo avrebbe versato 1.100 euro per una crociera mai fatta all’agenzia di viaggi gestita dalla moglie della vittima. Sarebbe stato proprio l’incasso fraudolento dell’anticipo versato, nonché la mancata restituzione dello stesso a scatenare la violenta reazione dell’imputato che, già nel mese di ottobre 2014, avrebbe esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione della famiglia Gigliotti. Ma il movente dell’efferato delitto – secondo le indagini condotte dalla Sezione investigativa del Commissariato di Lamezia Terme e dalla Squadra Mobile di Catanzaro - sarebbe riconducibile anche a presunte avances sessuali di Gigliotti nei confronti della moglie di Gallo, da cui sarebbe nata una discussione fra il presunto killer al culmine della quale Gigliotti avrebbe pesantemente malmenato Gallo, circostanza poi smentita da quest’ultimo nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

Stesso revolver utilizzato per assassinare l’avvocato Pagliuso

Fondamentale - è emerso ancora dalle indagini - per l’incolpazione di Gallo, in questo ulteriore, grave fatto di sangue, sono stati, nonostante l’utilizzo di un revolver per l’esecuzione del delitto, gli esiti della comparazione balistica, affidata agli esperti della Polizia Scientifica. L’ulteriore approfondimento tecnico-scientifico, inoltre, ha consentito di accertare che si tratta, nella fattispecie, del medesimo revolver utilizzato per assassinare l’avvocato Pagliuso, avvenuto a Lamezia nella notte tra il 9 e 10 agosto 2016.

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