Catanzaro - Il “Progetto di Piano Stralcio di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale per l’Assetto, la Mitigazione e la Gestione del rischio da Alluvioni – Calabria/Lao (PSdGDAM-RisAl-Cal/L) e le correlate Misure di Salvaguardia”, è stato adottato, il 24 ottobre del 2024 dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale, con provvedimento del Segretario Generale. In molti comuni Calabresi, tale piano ha particolarmente ampliato le aree classificate pericolose a “Rischio Alluvioni” rispetto alla classificazione PAI 2001". SUlla questione interviene il consigliere regionale Pietro Raso secondo il quale "il provvedimento in adozione che attraverso l’immediata entrata in vigore delle Misure di Salvaguardia, ha la conseguenza di bloccare la capacità edificatoria di molti territori dei nostri comuni Calabresi già parzialmente o totalmente urbanizzati o edificati. In conseguenza, intere porzioni di territori già inseriti negli strumenti urbanistici comunali, con l’entrata in vigore di queste norme non possono essere soggette a nessun intervento edilizio. Considerato che il cronoprogramma per l’approvazione del Piano Stralcio di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale per l’Assetto, la Mitigazione e la Gestione del rischio da Alluvioni – Calabria/Lao prevede il termine delle attività 2027, a mio parere è molto penalizzante per i territori imporre queste norme di Salvaguardia. Ritengo opportuno, che al fine di non bloccare lo sviluppo di interi territori si deve intervenire sulle misure di salvaguardia modificandole e considerando le nuove aree a rischio e pericolo individuate dal nuovo piano come “Aree di Attenzione” fino alla definitiva produzione del Piano. Da un'attenta analisi delle norme di attuazione del Piano, tale soluzione si inquadrerebbe come un giusto compromesso tra la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e l'espansione urbanistica dello stesso".
Ripercorrendo infatti il documento (Norme Tecniche di Attuazione) le aree di attenzione, prosegue Raso “sono definite all'art. 8 comma 2 come aree individuate dal nuovo “Piano di Rischio Idraulico” e che interessano ambiti per i quali non sono stati ancora definiti livelli di rischio ma che risultano storicamente interessati da eventi alluvionali; devono essere definite negli elaborati grafici di Piano, art. 10 comma 2 (seppur nella cartografia del “Piano di Rischio Idraulico” non sembrerebbero essere rappresentate); devono essere disciplinate come arie e pericolosità P3 in attesa di un accertamento dell'effettivo livello di pericolosità idraulica, a seguito di redazione di uno studio di compatibilità idraulica (art. 15 e art. 18). Le stesse si inquadrano, dunque, quale strumento utile per attenzionare una porzione di territorio risultata critica in fase di redazione del Piano, senza però associare una classe di pericolosità/rischio (quindi di vincolo), che possa limitare lo sviluppo territoriale. Così facendo in caso di previsione di intervento, potrà essere predisposto uno “Studio di Compatibilità Idraulica” attraverso il quale sarà possibile dimostrare l'effettivo livello di pericolosità/rischio”.
La procedura sopra riportata consentirebbe in definitiva, spiega infine il consigliere “di ottenere un triplice vantaggio di semplificare l'iter di modifica e variante del Piano, consentendo un'unica azione di: verificare gli interventi sul territorio (Maggior Controllo); aggiornare le mappe di pericolosità/rischio (Maggior Tutela); utilizzare gli studi rappresentati per programmare gli interventi di mitigazione (Programmazione). Inoltre, credo che sia necessario non applicare le norme di salvaguardia a tutti quegli interventi già programmati in cui si sia avviato un iter autorizzativo. Sono sicuro che l'azione di mediazione della Regione Calabria nei confronti dell'Autorità del Distretto dell'Appenino Meridionale porterà a trovare la giusta soluzione al fine di stabilire il giusto equilibrio tra gli interessi superiori della sicurezza e della salvaguardia pubblica e la necessità di sviluppo economico e urbanistico di interi territori”.
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