La riflessione dell'avvocato De Grazia: “A Lamezia serve la politica”

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Lamezia Terme - Riflessione sulla politica cittadina da parte dell'avvocato Mario de Grazia: "il Centrodestra è al governo della città dal 2015, avendola portata, prima, al terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose e, poi, nel 2019, nonostante la responsabilità politica del commissariamento, rivincendo le elezioni amministrative, alla situazione attuale: una città che sopravvive a se stessa, che galleggia senza prospettive a lungo termine e che non offre concrete speranze alle nuove generazioni, in buona parte costrette a pensare e programmare il loro futuro fuori Regione e fuori Lamezia. Una compagine politico-amministrativa fatta di continui passaggi e cambi di casacca di molti consiglieri, spesso accolti nei partiti della maggioranza con soddisfazione enfatica, che rendono, invece, ancor più confusa e contraddittoria la gestione della città oltre ad evidenziare la scarsa cultura politico-istituzionale degli improvvisati protagonisti di queste trasformistiche vicende cittadine. L'opposizione, poi, limitata nei numeri, resta bloccata in gruppi minoritari e, di fatto, incapace, al di là della buona volontà, a generare un'alternativa unitaria per un organico e spendibile progetto di città al passo con i tempi. Tutto ciò mentre Lamezia regredisce a vista d'occhio e resta invivibile, da una parte, per la carenza di servizi collettivi e individuali (igiene del territorio, traffico, decoro urbano, pulizia dei torrenti e delle strade etc.), dall'altra, senza una visione d'insieme e senza collegamenti politici reali, vede indebolirsi pure il suo peso specifico nel contesto regionale e nazionale. È il caso di ricordare che Lamezia è, in gran parte per la sua collocazione geografica, la città dell'aeroporto internazionale (speriamo ancora lo sia), è la città crocevia del sud del Paese collegata con alcuni Paesi del Mediterraneo ed europei, con voli diretti con le loro capitali (Parigi, Vienna, Barcellona, Londra, Atene per citarne alcune), è un centro di smistamento merci (intermodale) collegato con il megaporto di Gioia Tauro, è il centro di un vasto territorio lambito dal mare, potenzialmente dotato di imprese commerciali e agricole di qualità, di infrastrutture viarie e ferroviarie di prim'ordine, che coinvolgono oltre 200.000 residenti di tutto il circondario e, quindi, lavoratori, studenti, operatori economici, e con essi, servizi sanitari, scuole, trasporti, area industriale. Quale, tra le città calabresi: Catanzaro, Cosenza, Vibo, Crotone, Corigliano-Rossano, Castrovillari, può vantare tale rendita di posizione? Può annoverare, tutte insieme, tali risorse ambientali, infrastrutturali, geografiche e logistiche? Nessuna!".

Per De Grazia "è anche una città che non cresce economicamente e socialmente, che in termini demografici regredisce nel numero e perde ingenti risorse umane importanti: giovani laureati e diplomati, donne e uomini senza lavoro che emigrano in Europa e nel Nord d'Italia. Di questa complessa realtà, fatta di prospettive ma anche di pesanti ombre e fardelli, molto sinteticamente da me rappresentata, l'attuale classe dirigente, nel suo insieme considerata, non sembra avere contezza. La maggior parte dei cittadini, quella meno attenta alla politica, distratta da evidenti problemi di sussistenza, non se ne occupa, mentre il centrosinistra, cosa forse più grave, non è riuscito in questi anni a fare squadra, restando avviluppato in dispute leaderistiche tutte interne ai partiti, incapace di occupare positivamente tale vuoto sociale e culturale e di costruire una credibile alternativa democratica per una delle più importanti città del Mezzogiorno. Ancora oggi, per quanto si riesce a capire, si rischia di ripercorrere strade suicide e autolesionistiche del recente passato: ogni gruppo dichiara la sua disponibilità ma marcia in autonomia e per proprio conto, senza alcuna autocritica in ordine all'incidenza della propria consistenza, al mancato ricambio generazionale, al consenso sociale e, quindi, all'evidente difficoltà di poter esercitare alcuna velleitaria egemonia politica e culturale sulla città".

Al contrario, sostiene "proprio la gravità della situazione imporrebbe a tutte le formazioni che si richiamano al campo progressista, sguardo lungo, senso civico, spirito di servizio e onestà intellettuale per svegliare finalmente  la città dal torpore e dalla rassegnazione, costruendo un programma realistico ed efficace da consegnare ad un unitario candidato/a sindaco/a, affidabile, competente, largamente condiviso. Occorrerebbe rilanciare il concetto di comunità, di squadra che lavora insieme con passione, entusiasmo, che ritenga veramente che la politica sia la forma più alta di solidarietà e servizio, che sia capace di frenare gli egoismi di parte e lavorare per un'alternativa credibile e autorevole. Un'alternativa che sia capace di sconfiggere dilettantismi e improvvisazione politica, illegalità e voto di scambio, per costruire una città più dignitosa, produttiva, aperta, accogliente, sicura, all'altezza dei compiti che la collocazione geografica e infrastrutturale le assegnano, dove può essere bello vivere, e dove i giovani possono finalmente restare, trovandovi lavoro, cultura, interessi e occasioni di crescita.Mi auguro che l'anno nuovo porti un forte sussulto di generosità costruttiva da parte di donne e uomini capaci e competenti, che non mancano in questa area progressista, per mettere insieme una proposta responsabile e alternativa per il benessere e il futuro della nostra Lamezia".

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