Lamezia, il dramma di un’azienda agricola dopo maltempo: “Siamo disperati, abbiamo perso tutto” - Video

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Lamezia Terme – A distanza di una settimana dall’ondata di maltempo che si è abbattuta sull’area di Lamezia, superata la stretta emergenza è l’ora della drammatica conta dei danni, spesso incalcolabili per le tante aziende agricole disseminate sul territorio.

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“Stiamo vivendo un incubo – racconta Caterina Materazzo, titolare dell’azienda “I frutti della buona terra” situata nel Comune di Lamezia Terme lungo la Statale 18 – abbiamo perso tutto, i campi di broccolo, zucche, ortaggi completamente allagati con i raccolti da buttare, distrutti i mezzi, la serra anche il gruppo elettrogeno”. Lo straripamento del torrente Amato ha spazzato via tutto in un solo colpo: “Siamo una piccola realtà – spiega la donna – lavoriamo io e due operai e da lunedì non ci siamo mai fermati per spalare fango e detriti e ora ci ritroviamo con un’attività in piena crisi”. C’è la disperazione per il lavoro andato in fumo e c’è la rabbia: “Devo dire che la macchina dei soccorsi almeno per noi non ha funzionato, abbiamo gestito l’emergenza completamente da soli, sebbene abbia subito richiesto l’intervento di tutti i soggetti preposti: Protezione civile, polizia locale, consorzio di bonifica: nella mia azienda non si è visto nessuno, abbiamo lavorato in completa solitudine. Non ho trovato supporto, a dire il vero, neanche nelle associazioni di categoria”.

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“Ciò che più mi provoca rabbia – aggiunge – è che si è trattata dell’ennesima tragedia annunciata, dal momento che è straripato lo stesso fiume che sondò qualche anno fa, provocando la morte della giovane mamma con i suoi bambini. Dalle nostre parti, la storia non insegna. A distanza di anni, abbiamo rivissuto lo stesso identico copione. Anche allora la mia azienda fu quasi distrutta, e fra l’altro non abbiamo ricevuto neanche un euro di indennizzo, e oggi ci ritroviamo di nuovo in ginocchio: i canaloni e i fossi di scolo non sono mai stati puliti con cura e a regola d’arte e così una settimana fa siamo ripiombati nell’incubo. Basterebbe un supporto economico, anche che il Comune ad esempio ci potesse fare da garante per l’accesso a prestiti alle banche. Abbiamo bisogno d’aiuto, è il lavoro della nostra vita, dobbiamo ricostruire tutto daccapo”.

G.V.

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