Catanzaro - Le a.s.d. ciclistiche hanno voluto ricordare il “compagno di viaggio” venuto a mancare un mese fa improvvisamente. “Una passione per il ciclismo che si fa “uno” con il dolore di una moglie e di un figlio per la perdita improvvisa del loro “faro”. Che si fa “uno” con la speranza che quel “faro” sarà sempre luce per i sui cari. Che si fa “uno” con il desiderio di ricordare un “compagno di viaggio”. Un amico che si farà fatica a non vedere più pedalare, ma, di certo, lo si sentirà spingere le biciclette quando ci si sentirà affaticati – spiegano in una nota -Sono tanti i viaggi a lunga distanza che Vincenzo Crugliano, venuto a mancare improvvisamente a soli 39 anni, ha fatto con i suoi compagni. E proprio tutti i suoi compagni, ciclisti di varie associazioni sportive dilettantistiche, hanno voluto organizzare una pedalata in suo ricordo. Perché Vincenzo non può non rimanere nel cuore di ognuno. Era padre, marito, figlio e fratello. Ma era anche un amico fraterno per tutti i ciclisti che hanno avuto il piacere di pedalare in sua compagnia”.
"Vincenzo - ha raccontato il suo amico Domenico - era parte della grande famiglia dei ciclisti della domenica. Gente senza particolare velleità agonistiche, ma con l'idea della bicicletta come svago. Nella sua società di appartenenza, indossava con orgoglio i colori della Ruota Libera Catanzarese, entrò per caso. Un giorno di una primavera di più di quattro anni fa, a San Pietro Magisano, chiese informazioni sulla strada per tornare a casa a un gruppetto di pedalatori domenicali tutti con la stessa divisa. Da quell'incontro fortuito e fortunato per tutti, nacque un'amicizia che lo portò verso avventure di gruppo. Sempre più impegnative, tutte affrontate con tenacia, curiosità e allegria. Percorsi da 200 km in altre regioni fino ai 400 a casa propria, con il periplo della parte inferiore della Calabria. Era diventato un randonneur, un ciclista da lunghe distanze, alla scoperta del mondo, degli altri e di sé stessi. Ogni giro, piccolo o grande, era contraddistinto sempre dal suo sorriso sornione; i suoi compagni di avventura non ricordano suoi scoraggiamenti o preoccupazioni, sereno anche in condizioni di vento, freddo e pioggia e con l'oscurità. Era un ingegnere, e nelle difficoltà veniva fuori questa sua formazione, con l'analisi della situazione e la prospettazione di una soluzione logica. Mai imponendosi a forza, sempre facendo valere un ragionamento con cortesia. Ruota Libera Catanzarese sarà sempre onorata di averlo visto pedalare coi propri colori, i suoi compagni non potranno dimenticarne il carattere allegro e la serenità che trasmetteva. Chi lo ha conosciuto lo ricorderà sempre con estremo affetto". Pedalare con Vincenzo era, quindi, una gioia e una fortuna. La pedalata in suo ricordo, che si è tenuta ieri, a un mese di distanza dalla sua scomparsa, è stata una "passeggiata su due ruote" di più di 80 km. Fatta di ricordi, di sospiri, ma anche intrisa di speranza e amicizia. Si è partiti dal porto di Catanzaro Lido, vicino casa sua, alle 8, per raggiungere Lamezia Terme, il suo luogo di lavoro. Un percorso che ha voluto raccontare il vissuto quotidiano di Vincenzo, il suo impegno lavorativo e la sua passione ciclistica. Percorreva, difatti, ogni giorno il tragitto Catanzaro Lido – Lamezia Terme, dopo avere accompagnato a scuola il suo bambino, per andare al lavoro. Era un ingegnere informatico, e, nell’azienda dove lavorava, la ACSoftware, ricopriva il ruolo di project manager. Inoltre, sulla sua bike aveva condiviso con i suoi colleghi ciclisti quello stesso tragitto un’infinità di volte. Al rientro al Porto, alle 12, ad aspettare i randonneur c'è stata la moglie Adele, il piccolo Francesco Pio, i genitori di Vincenzo, la sorella, la suocera e il cognato.
“La famiglia di Vincenzo immersa nel dolore ha percepito il grande affetto dei tanti amici ciclisti e si è lasciata cullare da questo amore, trasformando la sofferenza in orgoglio. Facendosi abbracciare da ciascuno per sentire in quell’attimo le braccia avvolgenti del figlio, del padre e del marito. Con la luce negli occhi, il piccolo Francesco Pio, che indossava per l’occasione la maglia della Ruota Libera Catanzarese del papà, ha accolto i ciclisti, amici del papà. Questi lo hanno omaggiato con tanti doni e una targa di ricordo – concludono - È stato un simbolico passaggio di testimone: anche Francesco Pio è chiamato ora a pedalare indossando le ali del suo papà. Ali che tutti i ciclisti sperano avvolgeranno i cari di Vincenzo. Per tutti la pedalata è stata dall’inizio fino alla fine un momento commovente e toccante. Ai suoi amici ha donato la percezione di avere accanto il loro compagno di sempre e alla famiglia il ricordo, fiero e orgoglioso, del loro "faro", che continuerà da lassù a illuminare i loro percorsi di vita”.
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