Platania – “Perché la libertà delle donne fa paura” è stato questo il tema dell’incontro-dibattito che si è tenuto nella sala Consiliare del comune di Platania in occasione della Giornata internazionale della donna. Un incontro organizzato dall’amministrazione comunale di Platania insieme al gruppo di donne volontarie platanesi. Un momento di riflessione forte e profondo che ha avuto il focus sul concetto di equità, di emancipazione, di diritti, di forza della donna e su quanto ancora c’è da fare. Tante le testimonianze di donne, lavoratici, mamme e professioniste che hanno voluto rimarcare con forza quanto il ruolo della donna e il suo posto nella società siano un concetto tanto discusso quanto difficile da affrontare, perché nonostante tanti siano stati i passi in avanti fatti ancora c’è tanta strada da percorrere. Per l’occasione i ragazzi della scuola secondaria di primo grado I.C Don Milani plesso di Platania hanno donato un piccolo pensiero a tutte le donne presenti, un cartoncino con una frase di Alda Merini.
A moderare i diversi interventi Gabriele Gallo presidente del consiglio comunale che all’inizio del suo intervento ha voluto ricordare le vittime del Naufragio di Steccato di Cutro e dedicare loro la giornata di oggi. Sono intervenute Serena Nicolazzo e Paola Mercuri consiglieri comunali di Platania due giovani donne che hanno avuto la forza di affrontare la sfida politica e che come rimarca Paola Mercuri: “Oggi pensiamo di vivere in un paese del tutto democratico, ma effettivamente quanto è difficile esprimere il proprio parere, gridare le proprie idee, combattere per la realizzazione di un sogn. La donna è portatrice di vita, riconosciuta, forse solo per questo e non pe la propria tenacia. La libertà delle donne fa paura perché hanno sempre idee innovatrici spesso sottovalutate e screditate dagli uomini stessi”. Serena Nicolazzo oltre all’impegno politico svolge un lavoro prettamente maschile vende e ripara registratori di cassa: “Tante volte mi è stata rivolta la battuta ma non hai un tecnico uomo? tutto questo mi demoralizza e crea dubbi su quello che faccio ma poi penso che sono fiera di ciò che sono e di poter dimostrare che il mio non è un lavoro di soli uomini”.
Al tavolo dei lavori anche due sindaci del comprensorio lametino Raffaella Perri sindaco di Decollatura e Valentina Cuda sindaco di Pianopoli. Il sindaco di Decollatura racconta la sua esperienza di primo cittadino e di ingegnere: “Ho cominciato a fare politica e portato avanti il progetto con forza e determinazione, la differenza di genere non l’ho sentita nel mondo politico o dell’associazionismo né in quello universitario dove ho incontrato sempre colleghi che mi hanno rispettato per le mie idee e per la mia figura, le prime difficoltà le ho incontrate quando ero giovane nel mondo del lavoro quando incontrai i primi capo mastri che forte della loro esperienza non volevano essere comandati da una donna e li bisogna essere forti e far capire che si conosce il proprio mestiere e che quello che si dice è forte e motivato”.
Il sindaco Cuda precisa “Sono felice di vedere i ragazzi tra il pubblico perché io confido tanto in loro. Io sono sindaco da quattro anni e non vi nascondo che i primi mesi pensavo come mi è venuta in mente di intraprendere questa via, sono anche un’imprenditrice e ho un attività prettamente maschile e i miei figli mi dicono perché hai scelto un lavoro da maschio e io dico sempre che non ci sono lavori da maschio o da femmina. Io credo che con l’esempio si possa fare tanto più che con le parole. I ragazzi devono crescere in una società in cui anche in famiglia si deve toccare con mano il rispetto che c’è verso la donna e che si ha tra genitori e verso l’uomo. Per ricollegarmi al mio ruolo di sindaco è vero è più difficile fare politica pe una donna soprattutto per chi ha una famiglia lo è ancora di più. Io penso che bisogna parlare più che di uguaglianza di equità, perché dobbiamo avere tutti lo stesso punto di partenza e purtroppo la carenza di strutture sociali è una forte pecca che abbiamo”. La psicologa dell’associazione CLES Anna Vittoria Veraldi ha precisato che “Oggi stiamo affrontando l’argomento della donna da più punti vista e con voci diverse ma convergono tutti con un unico punto fisso cioè che la donna si è evoluta e emancipata e con le difficoltà che ha avuto però ci stiamo riuscendo e noi dobbiamo insistere su questo punto la sua emancipazione”. Per l’occasione ha ricordato il ruolo di Cles sia sul territorio di Lamezia che dell’hinterland lametino come supporto alle donne e a chiunque ne abbia bisogno.
Il medico di continuità assistenziale Donatella Scalise ha parlato della sua esperienza professionale: “Io sono stata sempre una persona di carattere, penso che l’autonomia della donna dipenda molto dalla consapevolezza dell’individuo, io sono partita sempre da questo presupposto, ho sempre pensato che dovevo avere la consapevolezza di quello che avrei dovuto affrontare e le difficoltà che questo tipo di lavoro chiaramente mi imponeva. Ho avuto la consapevolezza che avrei dovuto affrontare questo lavoro in assoluta solitudine e soprattutto dovevo dare parvenza di sicurezza a chi probabilmente voleva intimorire non la mia professione o la mia professionalità quanto il mio essere donna e quindi mi sono fatta forza di questa mia mentalità e ho affrontato questo lavoro”. La docente Adriana Grande non presente all’evento ma della quale è stata letta, da parte della dottoressa Marta Novelli, una relazione in cui ha affrontato le diverse tappe storiche e sociali che hanno portato all’emancipazione e ai diritti delle donne fino ad oggi. La dottoressa Martina Perazzone psicologa del progetto Sai di Platania ha raccontato “Il nostro progetto si occupa di integrazione e autonomia degli immigrati questo significa creare piani ad hoc per i nostri ospiti permettendo a chi si affida a noi di potersi reinventare nei nostri territori mantenendo intatti i propri ideali, la propria personalità e la propria dignità in un ottica in cui si creano legami di rete tra cittadini del mondo costruendo ponti tra culture e non muri tra nazioni. Secondo questa prospettiva abbiamo all’interno del nostro progetto un percorso di empowerment femminile che ha coinvolto le nostre beneficiarie in occasione del 25 novembre la produzione di un quadro e per oggi di un aquilone con scritto libertà”.
A concludere l’incontro il primo cittadino di Platania Davide Esposito “Questi che abbiamo sentito non sono state dei racconti stereotipati, tutte hanno raccontato le loro esperienze di donna e di come hanno dovuto combattere per raggiungere questa parità, si parla di equità ma in effetti questa equità non è stata a pieno raggiunta purtroppo. Perché questa situazione nasce sempre e comunque da una questione culturale che comporta la sottomissione e discriminazione nei confronti delle donne. Io voglio ringraziare le donne che contribuiscono a rendere viva la nostra amministrazione Serena Nicolazzo e Paola Mercuri, le dipendenti comunali e tutte quelle donne attive nelle istituzioni locali che lavorano per migliorare le condizioni e l’emancipazione della donna nella società. Un grazie a tutte le donne platanesi siano esse lavoratrice o mamme casalinghe professioniste educatrici sempre in corsa contro il tempo e attente a non venire meno alle responsabilità quotidiane”.
A.B.
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