Un momento liturgico importante, che segna l’inizio ufficiale della Quaresima, la funzione del Mercoledì delle Ceneri, officiata in cattedrale dal vescovo Monsignor Serafino Parisi. Culmine della liturgia, la benedizione e imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli, con la formula “Convertitevi e credete al Vangelo”: una scelta non casuale, che riprende il messaggio trasmesso dalle letture – dal Libro del Profeta Gioele, dalla II Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, dal Vangelo di Matteo – e dall’omelia di Monsignor Parisi, incentrate sul percorso intimo di ritorno a Dio, di conversione e riconciliazione con Lui da intraprendere nel periodo Quaresimale.
“Uno dei motivi principali del nostro allontanamento dal Signore è il rifugio dentro lo spazio angusto e asfittico del nostro individualismo, la chiusura, il rintanarci nella nostra cerchia: lì non c’è Dio”, ha spiegato Parisi, “Il Signore lo si trova andando verso gli altri, con atteggiamento di generosità, di cura, di dono all’altro. Questo non significa fare delle opere di carità per autocompiacersi, ma per gli altri, recuperando ciò che è essenziale, che è prioritario per la nostra vita. Fare le cose per essere ammirati, sbandierarle, non serve a niente: occorre agire nel segreto, come dice il Vangelo, perché il Signore sa e vede ogni cosa, e non ama le manifestazioni esteriori: va all’essenza. Occorre, come secondo il profeta Gioele, lacerare il cuore e non le vesti: là il Signore, come in un’operazione a cuore aperto, entrerà e porrà dentro di noi della cenere, traccia della nostra finitudine, che indica il nostro limite e la nostra fragilità. Fragilità che è nella mancanza di pace, nella malattia, nella sofferenza umana, nella nostra piccolezza. Un simbolo che dice all’uomo ciò che è essenziale, prioritario, di cui si può usufruire indipendentemente dal nostro essere bravi o giusti, al di là di ciò che viene da noi, sulla base di una constatazione: la Misericordia di Dio. Tutto viene da lì. Andiamo verso la Pasqua con questa Parola, che oggi alimenta la nostra vita”.
Giulia De Sensi
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