Lamezia, l’8 marzo al Grandinetti per AMA Calabria l'Otello con Giuseppe Cederna: “Shakespeare? Un vaccino contro il femminicidio e la violenza”

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Lamezia Terme - Sarà in scena sabato 8 marzo alle 21 al Grandinetti, per la Stagione di Prosa di AMA Calabria, l’Otello di Shakespeare, nel riadattamento di Francesco Niccolini, con Giuseppe Cederna nella parte di Iago, personaggio centrale in questa rivisitazione, delle cui molteplici sfumature ci parla lo stesso Cederna, svelando il senso e l’attualità profonda dello spettacolo.

In questa reinterpretazione dell’Otello di Shakespeare ha un ruolo fondamentale la figura di Iago. Come mai è stato scelto questo personaggio chiave e come è stato reinventato?

“Questo personaggio chiave nello spettacolo non è solo feroce e malvagio: è anche un capocomico, un burattinaio, che entra in un teatro vuoto e comincia a sistemare la scena per rappresentare l’Otello. E ciò che dice agli altri personaggi all’inizio racchiude il senso di tutto: “Senza Iago, questo teatrino non esisterebbe”. Nell’Otello effettivamente l’azione parte sempre da Iago, ogni scena è agita dai suoi intrighi. Perché sia così cattivo in fondo non si capisce, forse non lo sa neanche lui. Ma del resto neanche noi a volte comprendiamo il vero significato delle nostre azioni, più o meno cattive, se non dopo averle compiute, e Francesco Niccolini ha avuto il coraggio di riadattare il testo di Shakespeare anche per dare risalto a questo. Aveva fatto qualcosa di simile Pasolini, nel film “Che cosa sono le nuvole?”, ma con il teatro è diverso. All’inizio lo spettacolo risulta comico, fa ridere, Otello e Desdemona sono una coppia di sposini piuttosto buffa. Poi piano piano la rete di menzogne e di trame perfide intessuta da Iago lo trasformano in un’orribile tragedia, dove muoiono tutti. E questo non manca di sorprendere il pubblico”.

Cosa ha da dire Shakespeare e in particolare l’Otello al pubblico di oggi? Ci sono spunti d’attualità nella narrazione?

“Otello, come Amleto, è un testo che ha centinaia di anni: è stato riadattato o messo in scena mille volte, rovinato o fatto benissimo, ma è sempre vivo: è eterno. Ѐ la meraviglia del genio di Shakespeare, capace di creare tipi umani che hanno ancora a che fare con noi. Il femminicidio, la cattiveria dell’uomo sono solo degli esempi dell’attualità del testo, dove un uomo uccide sua moglie pur amandola, accecato dalla gelosia. Vederlo è un vaccino contro la violenza e la prevaricazione dell’uomo sulla donna, ma anche dell’uomo sull’uomo. Fa riflettere sulla nostra parte oscura, tocca molti punti caldi, e riserva tantissime sorprese”.

Dal punto di vista tecnico quali problemi pone l’interpretazione e la resa scenica di un personaggio complesso e feroce come Iago?

“Ho scelto di accettare d’interpretare questo ruolo perché ogni sera è una sfida. Quello di Iago è un corpo sempre in movimento, elegante come un ballerino, ma anche terribile, capace di distruggere con le parole gli equilibri della storia. Io ho iniziato come clown e acrobata, ormai molti anni fa, ma nonostante il passare del tempo, in scena ho un corpo molto mobile e preciso, mi piace che sia sempre legato al personaggio. Dunque ogni singola rappresentazione è per me una prova a rendere Iago più tagliente, sinuoso come un serpente”.

Era mai stato a recitare in Calabria? Che immagine ha di questa terra?

“Ѐ una terra bellissima, ricca di tesori, ma in realtà ci sono stato molto poco, a Lamezia in realtà mai, e mi dispiace moltissimo. Mi sento quindi come un esploratore che viene in visita in un luogo di cui ha sentito tanto parlare ma che non ha mai visto, ed è una delle tappe che faccio con maggiore piacere”.

Giulia De Sensi

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