Lamezia Terme – Un cantiere e un progetto lungo oltre trent’anni e che tiene ancora non vede realizzazione, impegnando così il destino di due province, Catanzaro e Cosenza, in attesa del completamento della strada del Medio Savuto, un’arteria pensata come importante via di collegamento nei paesi del Reventino. L’ultima notizia in ordine di tempo risale a qualche giorno fa, con l’ordinanza della Provincia di Catanzaro che decreta l’apertura e la transitabilità a partire da oggi di un tratto di circa tre chilometri, un ulteriore troncone che va ad aggiungersi a quelli sbloccati negli anni scorsi in una procedura che va estremamente a rilento, tanto da considerare l’opera un’incompiuta ed essere conosciuta con l’appellativo di “strada che non c’è”, dal nome che si è dato il Comitato di cittadini che si batte da anni per il suo completamento e resta un’opera strategica per togliere dall’isolamento più di venti comuni interni dell’area centrale della Calabria, i territori delle ex comunità montane del Savuto e di quella dei monti Reventino-Tiriolo-Mancuso. In particolare ad essere aperto è il tratto stradale tra gli svincoli con Statale 616 e Borboruso. L’ordinanza dispone di classificare la nuova strada denominata “Medio Savuto” come strada provinciale tipo Strade extraurbane secondarie C1, attribuendole la denominazione SP n.70/1 “Medio Savuto”. Progettata come una bretella di collegamento veloce, quale percorso alternativo all'autostrada A2, ha visto l’avvio dei lavori nel 1988, grazie ad un finanziamento da parte del Cipe di cento miliardi delle vecchie lire. Ad oggi, nonostante i 36 anni trascorsi dalla posa della prima pietra, dei 32 chilometri previsti ne sono stati realizzati ben pochi.
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