Lamezia, incontro referenti parrocchiali Sinodo con parrocchie e consiglio presbiterale: "Esserci come comunità aperti al mondo"

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Lamezia Terme - Essere presenti nel mondo ed essere presenti come comunità, con un atteggiamento di apertura, parlando “il linguaggio dello Spirito” che riconduce le diversità all’unità. Sono le tre sollecitazioni che il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, ha rivolto ai referenti parrocchiali del Sinodo all’inizio del momento di condivisione tra i rappresentanti delle parrocchie e il consiglio presbiterale sullo Strumento di lavoro pubblicato a conclusione dell’assemblea sinodale delle Chiese in Italia lo scorso novembre. Meditando sul passo degli Atti degli Apostoli che racconta l’effusione dello Spirito Santo sulla prima comunità nel giorno di Pentecoste, introducendo l’incontro, il vescovo Parisi ha sottolineato come “nella prima comunità cristiana, di fronte al fatto che Gesù non era più presente fisicamente, c’erano ancora persone disposte a giocarsi la vita per testimoniare il Signore. Noi crediamo alla Resurrezione non perché abbiamo visto direttamente una tomba vuota, ma perché gli Apostoli ce lo hanno testimoniato. Questo ci consegna un messaggio: noi dobbiamo esserci come comunità. Di esperienze individuali o settarie non ne abbiamo bisogno. Esserci come comunità è l’elemento vincente”.

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Dal vescovo di Lamezia, un richiamo all’apertura universale “come i primi apostoli chiamati ad essere testimoni fino agli estremi confini della terra. Gli apostoli, con la forza dello Spirito, hanno la capacità di rompere il muro della paura e di aprirsi al mondo. L’apertura al mondo è il punto di forza della Chiesa, non l’arroccamento in una torre dorata. Il rischio, ancora oggi, come era presente  anche nelle vicende raccontate negli Atti degli Apostoli, è quello di rifugiarci in un atteggiamento autoconsolatorio, nella nostra comfort zone”.

“È lo Spirito – ha proseguito Parisi – che sconvolge tutto, vince la paura e fa aprire al mondo. Lo Spirito è ciò che dà vita al popolo, è la passione di Dio per l’uomo. Lo Spirito provoca l’inversione di ciò che era avvenuto a Babele: se a Babele l’arroganza degli uomini che si illudevano di poter toccare Dio ha portato alla confusione e all’incomunicabilità, lo Spirito Santo riconduce le diversità all’unica lingua. E noi con questo dinamismo, come Chiesa, siamo chiamati ad essere presenti nel mondo e nella storia come comunità”. Prima delle sessioni laboratoriali, le delegate diocesane all’assemblea sinodale Cinzia Calignano, Natalina Parise e Veronica Vaccaro hanno ripercorso il cammino sinodale nella nostra chiesa diocesana, iniziato nel 2021 con la fase narrativa, e proseguito con la scelta del cantiere di Betania della diaconia e della formazione, in linea con l’avvio dei due percorsi formativi della scuola dei ministeri e della scuola biblica voluti dal vescovo Parisi. Tra le 17 schede del Sinodo, l’équipe della chiesa lametina ha scelto di proporre all’attenzione dei referenti le due schede riguardanti la partecipazione dei laici e il ruolo degli organismi di partecipazione. Gli esiti dei laboratori, a cui hanno partecipato sacerdoti e laici delle diverse parrocchie della diocesi, confluiranno nella sintesi diocesana che sarà inviata alla segreteria nazionale del Sinodo. Il prossimo appuntamento sarà la seconda assemblea sinodale delle Chiese in Italia, in programma dal 31 marzo al 3 aprile a Roma. Le diverse tappe e i documenti del Sinodo sono disponibili nell’apposita sezione sul sito della Chiesa Italiana.

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