Lamezia, boom accessi al centro screening contro tumori femminili: "Una vittoria ma si può fare di più"

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Lamezia Terme - Fa ottimi numeri quest’anno il mese rosa della prevenzione. Dopo il periodo di lieve stasi dovuto all’emergenza covid-19, aumentano nuovamente, superando i livelli prepandemici, gli accessi nei centri di screening dei tumori femminili predisposti dall’Asp di Catanzaro. “La nostra Asp ha disposto un progetto sulla base delle indicazioni regionali, che è stato ratificato dalla Regione Calabria e finanziato con fondi specifici” spiega la dottoressa Annalisa Spinelli, responsabile del servizio a Lamezia Terme. Si riparte quindi in maniera significativamente positiva, in particolare con lo screening per il tumore del collo dell’utero, uno dei tumori per i quali l’Asp si occupa di segnalare a tappeto all’utenza la possibilità di effettuare l’esame. Il centro screening è attivo all'interno dell'ospedale Giovanni Paolo II, in locali dedicati all'accesso delle donne, ospitali e decorati con le tele che fanno parte di una collezione “Donne senza cicatrice” donate al centro dall’artista lametina Simona Ponzu’ Donato, che ha realizzato anche il logo del centro.

"La cultura della prevenzione sta germogliando"

“Il numero di inviti ha superato quest’anno il 100% dell’utenza, per permettere alle pazienti di recuperare gli esami non effettuati negli anni precedenti” sottolinea Spinelli, evidenziando le ragioni possibili della risalita. Ma aggiunge: “Bisogna anche dire che la cultura della prevenzione sta germogliando: iniziamo a vedere i risultati di ciò che è stato seminato nell’ultimo periodo. Il livello di attenzione della popolazione è importante, e forse anche grazie al covid, questo livello di attenzione rispetto alla salute è salito, e va mantenuto. Se ci riusciamo, grazie al mondo dell’informazione, riusciremo a vincere la nostra battaglia, anche rispetto a tumori meno conosciuti, come quello del colon-retto”. Numerose sono oggi le iniziative che permettono alle donne dai 25 ai 64 anni di accedere alle sedi consultoriali o alle sedi Asp nelle quali si effettuano gli esami per la diagnosi precoce dei tumori femminili, anche senza invito, come accesso spontaneo, durante gli open day predisposti nella provincia di Catanzaro.

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Tutte le donne dai 50 ai 69 anni devono eseguire la mammografia ogni due anni

“Per quanto riguarda lo screening del tumore alla mammella - continua Spinelli - siamo riusciti a raggiungere circa il 40% delle donne. La risposta è stata significativa e il problema ora è riuscire ad affrontare il bisogno emerso. Riusciamo ad effettuare mammografie in tre centri del nostro territorio: a Catanzaro, a Lamezia e a Soverato. A Catanzaro l’esame è effettuabile al Centro San Vitaliano, una struttura accreditata con la quale si è sviluppato un accordo specifico. L’ideale sarebbe che anche l’Azienda Ospedaliera Pugliese partecipasse eseguendo delle mammografie di primo livello. Dopo questo step, le donne positive vengono prese in carico dalle nostre Breast Unit: ne esistono due, una nello stesso Pugliese, diretta dal dottor Abbonante, una nell’Azienda Universitaria Mater Domini in cui è chirurgo senologo la dottoressa Renne. A queste unità affidiamo le pazienti perché possa essere sciolto il dubbio diagnostico, con la conferma possibile del cancro. È importante però effettuare l’esame preliminare periodicamente: tutte le donne dai 50 ai 69 anni devono eseguire la mammografia ogni due anni, perché la diagnosi precoce fa veramente la differenza fra la vita e la morte, e oggi dal tumore della mammella si può guarire, grazie ad interventi eseguiti in fase iniziale, preservativi – che cioè non danneggiano l’organo, nella donna particolarmente importante – e che riescono ad evitare spesso le terapie chemioterapiche, come sappiamo particolarmente aggressive”. Da qui l’esigenza, sollevata da Spinelli, di implementare il servizio.

Le iniziative di prevenzione del tumore del collo dell’utero

“Al centro mammografie del nostro presidio - spiega infatti - abbiamo la possibilità di effettuare un certo numero di esami mammografici, e tendiamo a saturare l’agenda: non abbiamo avuto la possibilità di prevedere un aumento dell’offerta, con esami fatti ad hoc per il mese della prevenzione, perché i nostri radiologi, in numero estremamente ridotto, per le attività di screening lavorano fuori dall’orario istituzionale, e dunque fanno già un grossissimo sforzo così come le ostetriche impiegate per il pap test. Per quanto riguarda il tumore del collo dell’utero abbiamo le iniziative di accesso spontaneo, per le quali ci appoggiamo anche ai medici di medicina generale, sia singoli che in forma associata: sono stati coinvolti l’Uccp Galattica, il centro Michelangelo, l’Uccp del Reventino, e anche un centro a Borgia. Facciamo tutto questo per avere maggiore partecipazione e sensibilizzazione possibile. Non siamo ancora a livello ottimale, perché la disponibilità delle mammografie dovrebbe aumentare. Ma la vecchia concezione retrograda e fatalistica della vita, e quindi anche della salute o della malattia, nella popolazione si sta scardinando, quindi molte donne vengono da noi anche senza aspettare l’invito da parte dell’Asp: è questo che permette sempre più spesso di arrivare a una diagnosi precoce, che salva la vita”.

Giulia De Sensi

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