Conferenza Episcopale Calabra, vescovi: “Pronti a dialogo con politica regionale, legalità prima di tutto”

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Catanzaro - Nei giorni 3 e 4 febbraio 2020 la Conferenza Episcopale Calabra (CEC) si è riunita presso il Seminario Pio XI (ospite dell’arcidiocesi di Reggio Calabria), per la sessione invernale. Guidata da monsignor Vincenzo Bertolone, l’incontro si è aperto con la preghiera, il ringraziamento a monsignor Domenico Graziani per il lavoro profuso nella Cec, che ha lasciato il governo dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, e con un saluto cordiale di benvenuto a monsignor Angelo Panzetta, nuovo arcivescovo della diocesi jonica. Monsignor Bertolone si è soffermato su alcuni argomenti emersi nella sessione di gennaio del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ed ha fornito ai presenti riflessioni e puntuali suggerimenti circa il Servizio Regionale per la Tutela dei Minori in sintonia sia con il “Motu Proprio” “Vos Estis Lux Mundi” di papa Francesco, sia con le indicazioni dalla CEI. I Vescovi hanno poi preso parte all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro (TEIC), arricchita dalla prolusione del professore Cesare Mirabelli, già presidente della Corte Costituzionale.

“Nell’esprimere auguri di buon lavoro alla neoeletta presidente della Giunta Regionale, Jole Santelli ed all’intera Assemblea Legislativa calabrese”, i vescovi evidenziano che la Chiesa calabrese “si dichiara pronta al dialogo e al confronto pur nella consapevolezza della distinzione di ruoli e competenze” con la politica regionale, richiamando “l’urgenza di attivare misure di contrasto alle povertà e a ogni forma di emarginazione”. Secondo la Conferenza episcopale calabra, in particolare, è “indispensabile, in particolare, individuare i bisogni prioritari e le relative opportune soluzioni, ad esempio attraverso la concentrazione dei fondi europei della politica di coesione 2021-2027 su pochi, ma determinati e determinanti obiettivi strategici (turismo, innovazione, economia circolare); l’elaborazione del Piano strategico regionale 2020- 2050, coerente – evidenziano i vescovi calabresi - con il programma Green Deal lanciato dalla Commissione europea e la conseguente sottoscrizione di un Piano di sviluppo pluriennale che coinvolga istituzioni europee e nazionali insieme e investitori pubblici e privati per trasformare la Calabria, premiando il merito e attuando una visione strategica certa; la creazione di un polo dell’innovazione che ponga la Calabria al servizio dell’area euromediterranea, allo scopo di recuperare centralità ed attrarre investimenti, oltre a trattenere le intelligenze e le risorse umane professionalmente qualificate e – conclude la Conferenza episcopale calabra - facendo della legalità il metodo di ogni intervento”. “L’attenzione per il cammino spirituale, umano e sociale della regione”. Lo ha ribadito la Conferenza episcopale calabra, riunitasi per la sessione invernale nel seminario di Reggio Calabria. Nel corso della sessione della Cec, guidata dal presidente, monsignor Vincenzo Bertolone, i vescovi – si legge in una nota - si sono soffermati sul cammino delle Chiese di Calabria verso il convegno regionale “La Comunità ecclesiale grembo generativo” e sull’esperienza del corso accademico, voluto e realizzato dalla Conferenza, su “La Chiesa di fronte alla ’ndrangheta”, sulla base dell’intervento di monsignor Franco Milito che “ha rimarcato la positività del percorso compiuto, e ciò è motivo di speranza e di credibilità per le Chiese di Calabria”.

Alla sessione sono poi intervenuti anche don Giacomo Panizza, di “Progetto Sud”, e Vincenzo Linarello, della Cooperativa Goel, che hanno presentato il progetto “Ri-Calabria”, un progetto che – prosegue la nota – “ha lo scopo di promuovere una democrazia partecipata, inclusiva, edificatrice di benessere nelle comunità grazie al coinvolgimento di tutti”. Secondo don Giacomo Panizza e Linarello “la Calabria cambierà se il cambiamento verrà pensato, progettato e realizzato da cittadini e istituzioni, insieme, perché il voto non basta: la democrazia è anche partecipazione attiva della società civile per una equità sociale. Tre le domande poste alle comunità locali attraverso questo processo: che cosa volete cambiare nel vostro territorio e in Calabria? Quali idee e soluzioni realizzabili proponete? In quale misura siete disposti a impegnarvi direttamente? Il progetto è in una prima fase sperimentale a Caulonia e Lamezia Terme. L'intenzione è di estenderlo su tutto il territorio regionale”. Infine, alla sessione invernale della Ces ha portato il suo contributo anche don Gianni De Robertis, direttore nazionale dell’Ufficio Migrantes della Cei, che – conclude la nota - ha invitato i vescovi calabresi “a leggere con attenzione i fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione, per comprendere quanto sia urgente analizzare con lungimiranza e attenzione tali fenomeni, con le loro implicazioni ed urgenze, sociali ed ecclesiali, in un clima di dialogo e confronto con le parti sociali e politiche”.

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