Calabria: Governo approva riordino Province, Crotone e Vibo ritornano con Catanzaro

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Lamezia Terme, 31 ottobre - Dopo conferme e smentite sembra proprio che la "vecchia" provincia di Catanzaro si ricomporrà con Crotone e Vibo. Il Governo ha appena approvato il Dl che preve l'addio di di 34 Province tra cui, appunto, Crotone e Vibo. La fusione tra Province non è ufficiale ma il quotidiano Il Sole 24 Ore ha già pubblicato una mappa secondo quanto trapela dal Dl. Secondo tale mappa si va a ricostituire l'originaria provincia di Catanzaro, con Vibo e Crotone annesse al capoluogo di Regione. Il provvedimento dovrebbe ridurre da 86 a 51 gli "enti di mezzo" nelle Regioni ordinarie. Non da subito bensì ma dal 2014 quando dovrà concludersi il "cronoprogramma" elaborato dall'Esecutivo all'interno del Dl. "Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri. Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014". Lo afferma il ministro per la Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. Divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e abolizione degli Assessorati: è quanto prevede il decreto legge sul riordino delle Province illustrato oggi a Palazzo Chigi dai ministri Patroni Griffi e Cancellieri. "Gli organi politici dovranno avere sede esclusivamente - hanno spiegato i ministri - nelle città capoluogo".

Reazioni

Wanda Ferro: "Soluzione più logica"

“Come ho più volte affermato, il ritorno alla vecchia provincia madre di Catanzaro, con l’accorpamento dei territori di Crotone e Vibo Valentia, è la soluzione più logica. Sarebbe stata inspiegabile una diversa decisione da parte del Governo, che nell’ambito di un riordino volto a razionalizzare l’assetto istituzionale del Paese, avrebbe creato in Calabria una situazione di grave squilibrio territoriale a discapito della provincia del Capoluogo di regione. Eppure i timori non erano del tutto infondati, ed è stato grazie alla grande mobilitazione dei rappresentanti politici e istituzionali catanzaresi, senza distinzione di colore politico, che ha scongiurato che si ripetesse l’errore commesso nel 1992, quando con la tripartizione si ottenne un complessivo indebolimento dei territori, perché nella sostanza quella riforma non ha avuto un pieno compimento. Eppure abbiamo difeso con convinzione l’idea di mantenere l’assetto istituzionale attuale, con l’organizzazione della regione in cinque territori, nella consapevolezza che il processo istituzionale avviato con la tripartizione dovesse andare finalmente compiuto, risolvendo le tante questioni che in venti anni sono rimaste insolute. Di fronte alla decisione del Governo di procedere comunque all’accorpamento, per la quale esprimiamo il nostro rammarico, abbiamo difeso con ogni mezzo l’unica possibile soluzione di buonsenso, equilibrio e rispetto della storia e dell’identità dei territori, con la ricostituzione della vecchia provincia di Catanzaro. Una battaglia che ha visto uniti tutti i rappresentanti politici catanzaresi, a partire dal Consiglio provinciale, che ringrazio, senza dimenticare la forte presa di posizione del sindaco Abramo e dell’amministrazione comunale del capoluogo, con gli interventi della deputazione parlamentare, da Mario Tassone a GiancarloPittelli, da Michele Traversa a Doris Lo Moro, da Pino Galati a Vincenzo Speziali, con l’impegno dei rappresentanti regionali, da Mimmo Tallini a Piero Amato, ad Agazio Loiero. Da presidente dell’UPI regionale, io stessa ho scritto più volte al premier Mario Monti ed al ministro Patroni Griffi, rimarcando l’inadeguatezza di un’ipotesi che, accorpando il territorio di Crotone a quello di Cosenza, avrebbe inciso negativamente sugli assetti territoriali, schiacciando l’area centrale della Calabria tra due maxi-territori e creando campanilismi, divisioni e una pericolosa battaglia tra poveri. Oggi la decisione del Governo conferma la correttezza di questa posizione, e rappresenta una vittoria per l’intera classe politica catanzarese, che ha dimostrato di sapere difendere il proprio territorio non in uno spirito di difesa del campanile, ma in un’ottica di crescita complessiva dell’intera regione”.

Sergio Abramo: "Ha prevalso il buonsenso"

"Ha prevalso il buon senso. La decisione del Consiglio dei Ministri rende giustizia alla battaglia che, come città capoluogo, abbiamo condotto per realizzare un assetto istituzionale equilibrato nella nostra regione". E' quanto afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, dopo avere appreso la notizia della ricostituzione della vecchia provincia con la presenza dei territori di Crotone e Vibo Valentia. "La ricostituzione dell'antica Provincia di Catanzaro - prosegue - rappresenta la soluzione più ragionevole per unire, nello spirito voluto dalla legge 'Salva Italia', territori tra loro omogenei sia per posizione geografica che per elementi comuni di natura culturale, economica e storica". "Ringrazio il ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi, il sottosegretario Antonio Catricalà, i parlamentari, i consiglieri ed assessori regionali, il Consiglio comunale e provinciale - dice ancora Abramo - per avere accolto il mio appello alla mobilitazione. Tutti insieme abbiamo dimostrato come l'unità rappresenti un valore vincente. Solo attraverso questa via si possono raggiungere risultati positivi. Il capoluogo, dunque, apre le sue braccia alle città consorelle di Crotone e Vibo che avranno pari dignità e contribuiranno insieme a noi allo sviluppo dell'area centrale della Calabria".

Mario Tassone: "Scelta Governo giusta e opportuna"

"Avendo il Governo ritenuto di non poter mantenere l'attuale distribuzione delle Province in Calabria, la nascita della nuova Provincia di Catanzaro-Vibo Valentia-Crotone risponde, come area vasta, alle esigenze di rendere funzionale il nuovo ente nel garantire i servizi ai cittadini". Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato dell'Udc Mario Tassone. "Ritengo - aggiunge - che la valutazione dell'esecutivo, nel momento in cui ha ritenuto di procedere agli accorpamenti, fosse la più giusta e la più opportuna".

Dorina Bianchi: "Su riordino Province, metodi condominiali da parte Governo"

Il varo del decreto legge per il riordino e la riduzione delle Province italiane è avvenuto con metodi assolutamente condominiali. Darò battaglia in Senato per modificare un provvedimento scellerato, iniquo e irresponsabile, il tutto mortificando i crotonesi e isolando ulteriormente il territorio". A dichiararlo la senatrice calabrese del Pdl, a poche ore dalla decisione del Consiglio dei ministri. “L'improvvisato percorso di consultazione con le istituzioni regionali e locali, fortemente voluto dal Governo Monti, non ha alcunché da invidiare alle fantozziane riunioni condominiali con l'unica discriminante che in ballo non c'è qualche intervento di manutenzione straordinaria o di giardinaggio ma il riassetto territoriale dello Stato, la soppressione o meno di fondamentali presidi di legalità, di sicurezza e di lavoro, il futuro stesso dei cittadini".  "Davvero impensabile - continua la senatrice del Pdl - sostenere un provvedimento che sancisce la scomparsa della Provincia di Crotone soprattutto dopo aver registrato un'assoluta mancanza di sensibilità e di confronto del Governo sugli emendamenti da me proposti nei mesi scorsi". "Già a partire dai primi mesi del 2010, quando cioè ha cominciato a diventare consistente l'eventuale soppressione della nostra Provincia - ha rimarcato la senatrice del Pdl - ho più volte manifestato pubblicamente la mia volontà di mettere in campo ogni azione politica e parlamentare finalizzata a scongiurare ipotesi e orientamenti di tal genere non ultimo un emendamento che, nel rispetto dell’articolo 133 della Costituzione, prevedeva l'adesione alla provincia pitagorica dei comuni della fascia ionica e di San Giovanni in Fiore, facenti parte della provincia di Cosenza". " Mi auguro - ha concluso la senatrice Bianchi - che le iniquità del provvedimento potranno essere modificate nelle prossime settimane in Parlamento".

 

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