Vigor Lamezia di nuovo in Serie D, Presidente Rettura: "Stagione travagliata, ma emozione troppo grande"

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Lamezia Terme – Secondo campionato vinto in appena tre stagioni e Serie D finalmente ritrovata. Un obiettivo atteso dieci anni e mai nascosto sin dal salto in Eccellenza al termine dell’esaltante cavalcata in Promozione 2022/23, coincisa con un nuovo assetto societario che, in pochissimo tempo, è riuscito a riportare la Vigor Lamezia in categorie certamente più consone al proprio blasone, risollevando le sorti biancoverdi dopo la famigerata estate del 2021, con le principali compagini cittadine (Sambiase e, per l’appunto, Vigor) travolte dal medesimo, insolito destino nell'azzurro mare di agosto, parafrasando uno dei classici di Lina Wertmüller. Perché quasi inevitabile raccontare questa storia senza partire da lì, da quei giorni quanto mai incerti, giusto per dare ulteriore valore a quanto costruito fin qui (grazie anche a chi, all’epoca, decise di rimettersi in gioco per non far sparire quel passato glorioso) e godersi appieno un epilogo più che meritato, soprattutto dopo la dolorosa beffa nella semifinale play-off a Bisceglie dello scorso anno. Una Serie D arrivata con due giornate di anticipo e benedetta da un cammino che, nonostante qualche piccolo intoppo, ha rispettato i pronostici di inizio stagione, in particolare dopo l’avvicendamento in panchina tra il comunque ottimo Danilo Fanello (impossibile dimenticare lo strepitoso girone di ritorno dello scorso campionato) e Rosario Salerno, sorta di specialista in questo genere di operazioni. Da allora, superato un normale periodo di assestamento, la Vigor è riuscita a trovare continuità, mostrando una solidità da prima della classe, culminata nel tripudio biancoverde a Praia, ultimo atto prima di una lunga sosta che consentirà ai lametini di staccare un po’ la spina, in attesa di riabbracciare i propri tifosi al “D’Ippolito” e festeggiare degnamente contro il Cittanova. L’occasione ideale per analizzare questi due intensi anni da Presidente con Salvatore Rettura, tra i principali artefici di un traguardo appena raggiunto ma nato da lontano. Da una pizza tra vecchi amici, per l’esattezza.  

Innanzitutto, cosa si prova a essere un po’ il simbolo del ritorno in Serie D della Vigor Lamezia?

“Beh, si prova un’emozione troppo grande. Sono passati trentasette anni dall’ultimo campionato vinto e vedere tutte quelle persone felici, piangere di gioia, libere dal “peso” della categoria dell’Eccellenza, è un qualcosa difficile da descrivere a parole.  Allo stesso tempo, però, è un peso e una responsabilità enormi: la piazza è molto esigente e abituata a palcoscenici più importanti, ma sono convinto che con l’unione di più imprenditori, oltre a quelli già presenti in società, si possano iniziare a fare altri sogni”.

All’epoca, non era ancora Presidente, ma oltre a essere già uomo di sport, era tifoso della Vigor, come sottolineato sin dal giorno della sua presentazione. Come ha vissuto gli eventi della famigerata estate del 2021?

“Ti racconto tutta la storia. Era estate, squilla il cellulare, era Emanuele Ionà. Mi chiede “Che stai facendo?”, rispondo “Niente, sono sul dondolo” e lui replica “Vieni a casa mia, mangiamo una pizza”. Arrivo da lui e trovo Alfredo Mercuri e Antonello Gaetano, appena li vedo capisco che si trattava di un’imboscata. Iniziamo a parlare di come salvare la Vigor: era nata da poco la FC e rischiava di scomparire, il titolo era in vendita ma non si sapeva il prezzo (ride). Alla fine, non riuscendo a comprare il titolo, fummo costretti a trovare un’altra strada ormai nota a tutti e fu così che quell’estate mettemmo in pratica la rinascita dell’amata Vigor. Fu la pizza più costosa della mia vita! (ride)”.

Un progetto partito dunque qualche anno fa che, nonostante i vari ostacoli incontrati lungo il cammino, ha dato i suoi frutti praticamente subito. C’è qualche ricordo a cui è particolarmente legato del suo percorso da Presidente? C’è qualcosa, invece, che non rifarebbe o magari gestirebbe in modo diverso?

“Il ricordo più bello da Presidente è stata la massiccia presenza di tifosi a Bisceglie e la loro solidarietà all’indomani della disfatta. Da rifare completamente forse niente, ma sicuramente tante piccole cose potevano essere fatte meglio. In ogni caso, nella vita ci si deve sempre migliorare, anche quando crediamo che tutto sia perfetto. Ne approfitto per ringraziare i compagni di viaggio di questa bellissima avventura: Enzo Augello, Salvatore Cerra, Giovanni Chirico, Giancarlo Pulice, Marco Rettura e Roberto Rettura”.

Come analizzerebbe la stagione della squadra?

“È stata una stagione travagliata. Credevo in una cavalcata senza ostacoli, invece siamo stati martoriati dagli infortuni, poi la tempesta e infine il sereno. Tutto sommato, è stata una bella stagione, culminata con la vittoria del campionato. In fondo, quando si fanno dei sacrifici e si supera qualche ostacolo, il successo si assapora con più gusto”.

Chiudiamo tra presente e futuro, perché, tra le buone notizie di questa stagione, abbiamo finalmente l’affidamento del “D’Ippolito”, seguito dal campo sportivo di “Fronti” e dal “Provenzano”. Quanto è stato importante avere finalmente il proprio stadio e quali sono i progetti per quanto riguarda gli ultimi due impianti?

“Avere una propria casa è il sogno di tutti e anche nello sport vale questo principio. Sapere, per un giocatore, per un tifoso, che quello stadio è casa tua ti inorgoglisce. Era brutto andare a giocare al “D’Ippolito” da ospite pagante. Per quanto riguarda i progetti sulle altre strutture, diciamo che avrebbero bisogno tutti e tre di una ristrutturazione, dunque confido nella futura amministrazione comunale. Abbiamo deciso di partecipare al bando per “Provenzano e “Fronti” poiché, grazie all’acquisizione della scuola calcio “Gatto e Lio”, voluta dal direttore generale Enzo Augello, che se ne occupa in lungo e in largo, si è palesato il problema del dove far allenare e giocare tutti questi ragazzi. Così, insieme a Marco Rettura, a cui la società ha delegato la gestione degli impianti sportivi, abbiamo deciso di partecipare ai bandi e, fortunatamente, abbiamo vinto. Per i futuri progetti, come già detto, aspettiamo la nuova amministrazione. Se poi non dovessimo ricavarne niente, il socio Marco ha un project funding che però non si regge con soli tre anni di affidamento, quindi aspettiamo e vediamo”.

Chiaramente presto per parlarne adeguatamente, ma cosa dobbiamo aspettarci dalla Vigor in Serie D? Quali sono le vostre intenzioni?

“Smaltita la sbornia, a breve ci sarà una riunione dove si inizierà a stabilire un budget per una squadra che mantenga la categoria senza problemi, che faccia divertire i tifosi e, perché no, se dovessimo allargare la compagine sociale e trovare qualche altro main sponsor, possa pensare di lottare per i play-off. Ma, come anticipato anche da te, è troppo presto: andiamo per gradi e pensiamo a costruire innanzitutto basi solide”.

Francesco Sacco

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