Lamezia Terme – Presentata l’ultima fatica letteraria di Gianni Scardamaglia, maestro di scuola primaria e allenatore Uefa A. Il titolo del libro, “Il mister”, calza a pennello con l’appellativo con il quale Scardamaglia viene comunemente chiamato in città proprio per i suoi lunghi trascorsi da allenatore, sia a livello di giovanili che di prime squadre, in svariati club lametini o comunque calabresi: Adelaide Nicastro, Vigor Lamezia, Sambiase, Tropea, Nicastro, Amantea, Scalea, Promosport, Curinga, Nuova Bella e Scinà. È stato anche osservatore della prima squadra della Sampdoria, oltre che responsabile del settore giovanile alla Vigor Lamezia.
Gradito ospite telefonico dell’evento, direttamente dalla Spagna dove si trovava per vedere una partita, è stato Giovanni Sartori, responsabile dell’area tecnica del Bologna e persona molto stimata dal maestro ed allenatore lametino, dato che i due si conoscono da ormai molti anni. Sartori ha dichiarato come per lui l’allenatore incida moltissimo, sia nel bene che nel male. “Lo ritengo una figura fondamentale nella strategia di una società”. Dopo aver snocciolato i nomi di alcuni tecnici a suo avviso in rampa di lancio, vedi Arteta dell’Arsenal o l’italiano Farioli dell’Ajax, a domanda del giornalista Rinaldo Critelli, che ha moderato la presentazione del libro, l’uomo mercato dei felsinei ha affermato come sia “normale, oltre che giusto, che in un calcio ormai globalizzato tutti i campionati, europei e non, siano zeppi di stranieri. Anche perché spesso i costi di questi ultimi sono più bassi. Certo, noi tutti vorremmo più calciatori italiani per mille motivi, anche per dare un maggiore senso d’identità ed appartenenza alla propria squadra, ma è difficilissimo purtroppo”.
Scardamaglia ha quindi brevemente sviscerato i vari capitoli attraverso i quali si sviluppa la sua opera letteraria, partendo dai ricordi d’infanzia, quando assieme ai suoi coetanei giocava nel quartiere “Trempa”, fino ad arrivare alla sua esperienza da capitano della Berretti della Vigor. Poi la lunga carriera di allenatore, grazie anche agli insegnamenti appresi dai numerosi tecnici passati da Lamezia. Vedi i vari Voros, Roncarati, Orlandi e Antonio Carlei, passando, successivamente, per Sasà Leotta, Baroncini e Sereni.
Tra gli argomenti trattati nel libro, ed anticipati superficialmente ai presenti, una rassegna dei Commissari Tecnici che hanno vinto con la nazionale azzurra, nonché di quegli allenatori che hanno fatto la storia in Italia ed in Europa: partendo dall’inglese Garbutt, con il quale nacque il termine mister, proseguendo per Nereo Rocco ed Herrera, definito un grande motivatore dello spogliatoio e che fu il primo ad iniziare a guadagnare molto in tali vesti, fino ad arrivare all’attualità con i vari Mourinho, Guardiola, Ancelotti, Klopp e via dicendo. In un’altra sezione dell’opera, l’autore tocca un quesito destinato a non mettere mai d’accordo i calciofili, ossia quanto incida la figura della guida tecnica sulle vittorie di una squadra. Scardamaglia arriva alla conclusione, attraverso dati e numeri, che quanto più resta a lungo a lavorare in un club, tanto più un allenatore avrà modo d’incidere. E fa, in tal senso, gli esempi di Ferguson al Manchester o, per rimanere in Italia, di Gasperini all’Atalanta. Per esperienza personale, l’ex osservatore della Sampdoria si è detto comunque convinto del fatto che, senza una società organizzata e dotata di una certa capacità economica, e senza calciatori bravi, anche il miglior allenatore del mondo può fare veramente poco. L’autore si sofferma anche sui corsi da sostenere per diventare allenatori, riportando l’esperienza diretta fatta a Coverciano, quando, avendo come allora compagni di corso gente del calibro di Antonio Conte, Sebastiano Nela o Filippo Galli, a 52 anni conseguì la qualifica di allenatore professionista.
Una figura molto importante nei settori giovanili. Emblematico, in tal senso, il video-saluto ai presenti di Maurizio Grandinetti, ex calciatore di Gianni Scardamaglia nelle giovanili dell’allora Comprensorio Vigor Lamezia e figlio di colui che fu, invece, il primissimo allenatore avuto in carriera dallo stesso Gianni. Grandinetti ha infatti rimarcato le eccellenti qualità umane del suo ex tecnico, definito un grande “formatore”. Anche lo stesso autore del libro ha, dal canto suo, definito imprescindibile un’adeguata preparazione culturale di base per chi allena nei settori giovanili.
Altri capitoli sono poi riservati ai moduli di gioco ed alle differenze tra allenatori dilettanti e professionisti, venutesi a ridurre, negli ultimi anni, grazie agli strumenti offerti da internet. Parentesi finale dedicata agl’interventi di alcuni degli addetti ai lavori presenti in sala. Rosario Salerno, fresco vincitore del campionato di Eccellenza alla guida della Vigor Lamezia, ha ricordato come, ai tempi della sua esperienza, da calciatore, nell’Adelaide Nicastro, Scardamaglia, allora secondo di mister Baroncini, avesse la grande capacità di infondere tranquillità allo spogliatoio. Simpatico siparietto finale con i calciatori Umbaca e Ferraro, oggi pezzi da novanta del Sambiase ma in passato alle dipendenze di mister Scardamaglia negli Allievi Nazionali della Vigor. Entrambi hanno ricordato quegli anni definendolo un maestro di vita.
Ferdinando Gaetano
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