Europee, Michele Santoro a Lamezia: "Senza la pace non c'è futuro e sviluppo"

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Lamezia Terme - "I temi che poniamo al centro sono quelli che sono scritti nel nostro simbolo, pace, terra, dignità". È un Michele Santoro convincente che ha strappato più volte applausi su corso Nicotera per la chiusura della campagna elettorale della lista "Pace terra dignità", alla presenza di numerosi cittadini lametini. "La pace - ha sottolineato Santoro - sembrava un tema dimenticato, una parola proibita, grazie a noi è stata rimessa al centro di questa campagna elettorale e anche purtroppo grazie allo sviluppo degli avvenimenti, perché sia in Medio Oriente che in Ucraina la situazione sta peggiorando di giorno in giorno e il rischio di un conflitto nucleare diventa molto probabile. La terra, perché ieri in India c'erano 56 gradi e io credo che con 56 gradi il mondo diventa invivibile e noi dobbiamo cercare di fare qualcosa per arrestare questi cambiamenti climatici. Se spendiamo i soldi per le armi non avremo soldi per la transizione ecologica. E la dignità perché siamo in Italia agli ultimi posti riguardo ai salari, perché ormai la situazione sanitaria non si può mantenere nei livelli precedenti, perché la scuola e l'istruzione hanno bisogno di risorse che non abbiamo e siamo prigionieri di un debito al 140% del Pil. Non è con le mancette che si risolve questa cosa".

A questo centrosinistra e a questo Pd che comunque aveva sposato prima l'idea di andare in Ucraina? 

"Sta facendo un gravissimo errore con l'invio di armi in Ucraina e assecondando le strategie americane. Perché da queste strategie viene fuori la fine dell'Europa. Quindi se noi non prendiamo in mano gli interessi dell'Europa e abbiamo il coraggio di uscire dalla guerra, di rispettare la nostra Costituzione e di diventare il soggetto politico che promuove la pace. In questo modo, avvicinandosi al nemico, cioè a Putin, possiamo trovare un tavolo della sicurezza mondiale per tutti e possiamo finalmente trovare l'occasione per affrontare le vere sfide che abbiamo di fronte a lui".

Qual è l'impegno per il Sud e per la Calabria?

"Diciamo, in un mondo che è prigioniero della guerra e del debito, il Sud non ha prospettive perché praticamente saranno sempre i più forti a prevalere e quindi le zone che invece hanno bisogno di riprendere la strada della crescita con più vigore non avranno risorse a loro disposizione. L'autonomia differenziata è uno degli incubi che sono di fronte al Sud, perché comporterà un ulteriore riduzione del livello dei servizi del Sud".

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Santoro ha poi parlato degli enormi danni della guerra in Ucraina, dove si stanno sacrificando "500mila persone tra morti, caduti militari e civili, persone che rimangono invalidi". Così come nei territori della Striscia con "il continuo genocidio che avviene quotidianamente", e del rischio sempre più concreto della Terza guerra mondiale. Accennando agli interessi dei fabbricanti di armi, della diffusione di veleni e di sostanze tossiche. Una lista, quella di Santoro che ha nel suo simbolo la colomba della pace ma che non si sofferma solo su questo "argomento", ma va oltre e affronta i temi del sociale, del diritto al lavoro, della sanità negata. Insieme a Santoro, Rosa Tavella che ha introdotto l’incontro con la cittadinanza, e gli altri candidati Ilaria Leonardis, Piernicola Pedicini e Sara Scarpulla, la mamma di Matteo Vinci ucciso dalla mafia del Vibonese e simbolo della lotta alla prepotenza della '‘ndrangheta, vittima della cosca dei Mancuso, "la più sanguinaria" come l'ha definita la Scarpulla che ha parlato con il dolore nel cuore. "Non ho nessun interesse di denaro o di poltrone - ha detto la Scarpulla - ho bisogno solo di giustizia. Non ho più avvenire, siamo morti insieme a mio figlio ma voglio dare un messaggio e ringrazio quelli che mi ascoltano. Tutto attorno a noi è corrotto. Tutti noi abbiamo bisogno di pace". Una candidatura significativa per sottolineare che oltre alle guerre in Ucraina, nella Striscia di Gaza e in altre parti del mondo, "anche in Calabria combattiamo la nostra guerra contro la mafia".

A. C.

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