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Si parla tanto di fragilità e cadute nelle conversazioni. E anche negli episodi giornalistici. Ma esiste una differenza tra una e l’altra? Mi spiego tutti possono e possiamo sbagliare per un’azione o una scelta che in quel momento ci andava di compiere. E se è un nostro amico, si usa il termine caduta o fragilità se invece non lo sopportiamo è un atto grave che potrebbe essere un reato in altri tempi. Giudichiamo tutto e tutti passiamo lo scanner come se fossimo l’Inquisizione spagnola, dal magistrato all’avvocato alla legge. Ci sentiamo in diritto di doverlo e poterlo fare sempre con un delirio di onnipotenza tipico del piccolo borgo.
E’ soggettivo e il giudizio è impietoso. E non dovremmo giudicare almeno che il reato non è di massima gravità. Le gole profonde e non hanno le dita che gli danno prurito quando accade per esempio che qualcuno di noto e meno (esempio) ruba magari la marmellata in un supermercato. E nei piccoli paesi i fatterelli futili e banali sono all’ordine del giorno. Ma di per sé il dato oggettivo è quello di aver sottratto la confezione della marmellata in un negozio. E’ il contorno che è veramente ricco direi calorico quasi a raggiungere gli indici massimi del colesterolo che queste gole profonde, diciamo la verità danno libero spazio alla loro pochezza e mediocrità. Non capisco il guadagno, la gioia, il tempo perso nel narrare che tizio ha avuto un momento di fragilità o SE VUOI, vuoi una caduta e ha deciso di prendere dagli scaffali una confezione che non gli apparteneva.
O che il figlio della sua vicina abbia bevuto qualche bicchiere in più. Tanto è di tutti il momento in cui si cade ma come avviene nella via Crucis, c’è sempre Lui che ti aiuta a risalire. E l’essenziale e’ capire e non essere recidivi. In questo caso Lui ti rialza sempre ma è la razza umana che chiede la forca. Cosciente di essere anche lei in pericolo di caduta sempre e ovunque...