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C’è un sottile filo nero che parte dai moti del «boia chi molla» per giungere fino al «suicidio» di Orsola Fallara, la dirigente del Comune di Reggio Calabria che, indagata per le “spese pazze” durante la gestione dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti (poi Presidente della Regione), muore ingurgitando dell’acido muriatico in circostanze non del tutto chiare. È questo il cuore del nuovo romanzo – o docufiction, come lo classificherebbe qualcuno – dei Lou Palanca intitolato «A schema libero». Un libro che mette il dito nella piaga purulenta della storia d’Italia degli ultimi 40 anni. Già perché dietro le vicende di una città come Reggio Calabria, ci sono in realtà le vicende dell’intero Paese, di quello che le cronache degli ultimi anni ci hanno rivelato ma soprattutto di quanto ancora rimane nell’ombra.
Il romanzo parte dai fatti della più lunga rivolta urbana d’Europa, quella che infiammò Reggio Calabria tra il 1970 e il 1971. Da qui «A schema libero» ripercorre le trame oscure che hanno innervato la storia d’Italia nell’ultimo mezzo secolo. Dopo la strana morte della dirigente del Comune di Reggio Calabria, prendono avvio il gioco della memoria di un ex uomo dei Servizi e l’inchiesta di una giovane giornalista. Emerge così, sotto una nuova luce, il contesto della rivolta che sancì l’alleanza fra neofascismo, massoneria, ’ndrangheta, apparati di sicurezza deviati e uomini politici. Ma quando ogni tassello sembra aver trovato l’esatta collocazione, e il grande enigma risolto, le ombre del passato tornano ad allungarsi sul presente in un incalzare di pericolose scoperte, omicidi, fughe, torbidi intrecci e registrazioni scottanti. Alle due voci protagoniste si aggiunge quella dolente e disincantata del professor Dattilo, appassionato di storia locale, cui spetta il compito di tirare le somme. Ne viene fuori un romanzo illuminante, potente, amaro, che compone nello stesso quadro la controstoria di Reggio, della Calabria e dell’Italia intera. Lou Palanca è un collettivo di scrittura «a geometria variabile». Per Rubbettino ha già pubblicato «Blocco 52» e «Ti ho vista che ridevi», con il quale ha ottenuto un grande successo di pubblico e si è aggiudicato il Premio Matteotti 2017.