Lamezia Terme – Sarà messa in scena domenica 17 luglio alle 21:00 al teatro Grandinetti la storia del Brigante Antonio Gallo detto “u Bazzarininu” e della sua banda. Lo spettacolo, ‘l’ultimo giorno di vita della Banda Bazzarini di Sambiase nel 1867’, è stato realizzato da Antonio Mano in base agli studi di Giuseppe Ruberto.
Il direttore artistico Antonio Mano ha spiegato come è nato lo spettacolo e il suo fine ultimo vale a dire portare a conoscenza di tutti la controversa storia del brigantaggio nel sud Italia, un fenomeno negativo per alcuni ma non per tutti. “Lo spettacolo, frutto di una proficua raccolta di importanti documenti storici, racconta di una figura veramente esistita quella del brigante Antonio Gallo detto “u Bazzarininu” e della sua banda. Racconta poi di una storia che riguarda Sambiase con una faida familiare che intesse lo svolgimento della kermesse teatrale”. “Questa storia che ho costruito assieme a mia moglie e a mia sorella Santina Mano, che fa la regista e prenderà parte allo spettacolo, vuole essere anche un punto di riferimento per tutte le vicende inerenti il brigantaggio con uomini coraggiosi che hanno lottato con onore per difendere la loro amata terra”.
“Queste persone - ha continuato - furono crudelmente sterminate dai Savoia perché ritenute pericolose o legate al malaffare”. Mano ha poi chiarito come lo stesso Garibaldi rimase parecchio disturbato dalla triste sorte che spettava ai briganti. “Pertanto, l’eroe dei due mondi sconcertato da come questi erano trattati e negativamente etichettati, soprattutto dalla nobiltà del tempo molto legata ai Savoia, quando si dimise da parlamentare li rivalutò e combatté a fianco dei briganti”. Anche Santina Mano, la brigantessa Santuzza nell’opera teatrale, ha aggiunto, “ho abbracciato appieno l’idea artistica di mio fratello Antonio, insieme abbiamo realizzato diversi musical e, cosa di cui siamo molto fieri, è avere trasmesso la nostra passione ai nostri figli ”. Con questo lavoro - ha concluso Mano - faremo sicuramente un gradito tributo allo storico e ricercatore Giuseppe Ruberto. Ad essere ringraziata da Mano è l’intera compagnia con attori (circa 40) e operatori una decina, “dei veri artisti che con perizia e cura di particolari hanno saputo realizzare costumi (pacchianelle), armi (moschetto, doppietta...) e vessilli dell’epoca borbonica del meridione d’Italia”. Presenti nella sala Napolitano in rappresentanza del sindaco l’assessore allo spettacolo Angelo Bilotta e i consiglieri comunali Maria Grandinetti e Armando Chirumbolo.
Francesco Ielà
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