Operazione Stammer, la cocaina avrebbe fruttato 1 miliardo e 600 milioni di euro - VIDEO

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Catanzaro – E’ la ‘ndrangheta l’interlocutore privilegiato dei narcos sudamericani.  Arriva con la maxi operazione “Stammer” della Guardia di finanza di Catanzaro con il coordinamento della Dda, una ulteriore conferma di quanto la ‘ndrangheta abbia commistioni e interessi nel fare business con droga. “Si chiude il cerchio” ha dichiarato il Procuratore Capo della Dda, Nicola Gratteri, spiegando come siano riusciti a colpire, oltre alla distribuzione, direttamente la produzione. “La ‘ndrangheta – ha commentato il procuratore capo – ha costituito un vero e proprio pedigree in Sud America”.

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Un rapporto di do ut des, con i criminali calabresi che interloquivano direttamente con i narcos colombiani e con una organizzazione che era in grado di importare la droga, principalmente cocaina definito il vero e proprio “core business” della organizzazione, e distribuirla in tutta Italia con una rete che coinvolge dieci regioni, per estenderi poi in  Europa. A capo c’erano la ‘ndrina Fiarè di San Gregorio d’Ippona, quella dei Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto ed al gruppo egemone su San Calogero, tutte considerate satelliti, ma non per questo meno pericolose, della cosca dei Mancuso dei Limbadi.

E grazie al monitoraggio, nato da quello che il sostituto procuratore Giovanni Bombardieri, “da un impulso investigativo”, che ha coinvolto più di 500 uomini, è stato possibili sgominare il cartello di acquirenti e distributori, di un carico di cocaina da 8 tonnellate. 8000 chili di cocaina purissima proveniente dalla Colombia, sequestrati quando erano già stoccati e nascosti in una piantagione di banane direttamente vicino al posto di produzione, mentre un quantitativo di 63 chilogrammi, che in gergo viene definito “carico di prova”, è stato sequestrato nel porto di Livorno, sempre nascosto in un carico di banane.

Nel corso delle indagini, come ha spiegato Bombardieri, gli inquirenti hanno avuto modo di monitorare il narcos colombiano arrivato a garanzia dell’acquisto e che ha permesso di ricostruire tutti i dettagli che poi sono confluiti nell’operazione. Oltre ai quattro porti italiani a disposizione cioè Gioia Tauro, Genova, Livorno e Napoli, il cartello voleva usufruire dell’aeroporto di Lamezia come base. Un’idea che però non si è concretizzata successivamente, probabilmente perché è saltato l’anello della catena che legava le cosche allo scalo lametino. Oppure avevano pensato di inabissare alcune imbarcazioni dove avrebbe occultato la droga. Escamotage e ingegnosi marchingegni pensati per sfuggire ai controlli, sempre più serrati.

Il comandante regionale Calabria della Guardia di Finanza, il generale Miglioli, ha sottolineato come a dare soldi al cartello e a finanziarli fossero che imprenditori insospettabili si celavano dietro le loro attività per investire il loro denaro nel traffico di cocaina. Cocaina che se immessa sul mercato avrebbe fruttato un miliardo e seicento milioni di euro. “La cocaina arricchisce i soliti pochi, impoverendone molti” ha affermato, infine.

Il comandante del Nucleo di Polizia Tributaria, il colonnello Virno, ha ricordato la facilità e normalità con la quale i calabresi avessero rapporti con i colombiani. “Ciò dimostra una forte continuità”. Oltre alla droga si è puntato anche sui sequestri patrimoniali, colpendoli, quindi, anche dal punto di vista economico. Auto, case, ville, esercizi commerciali, quote societarie: un'altra fetta importante per un totale di 8 milioni di euro.

“Un ringraziamento al sostituto procuratore Camillo Falvo che è stato una guida eccezionale” ha affermato il comandante del Gico di Catanzaro Di Nunno. “La difficoltà più grande – ha spiegato – alla fine di tutto il periodo investigativo, è stata quella di dare un ordine a tutto il materiale raccolto, una quantità non indifferente. Abbiamo anche avuto - ha spiegato – un pentito inconsapevole”. Grazie ad una cimice posizionata all’interno di un climatizzatore nella casa dell’amante di uno dei sodali, gli inquirenti hanno avuto la possibilità di captare tutti i particolari. L’uomo, infatti, si recava a casa della donna e raccontava tutto. “

A sollecitare le indagini, la National crime agency, che aveva scoperto un cartello di acquirenti legati alle cosche calabresi che acquistavano la cocaina dai colombiani. La Nca, rappresentata dalla dottoressa Alisa Cackett che ha sottolineato come questa indagine dimostri l’importanza della strategica collaborazione tra la National Crime e le forze dell’ordine italiane, ribadita anche da Cristiano Leggeri della direzione centrale servizi antidroga

Generale Toschi: "Posto freno a condizionamenti cosche"

Il comandante generale della Guardia di finanza Giorgio Toschi, in visita ai reparti del Comando regionale Calabria, ha espresso parole di apprezzamento per l'impegno nel contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, su delega della Procura della Repubblica di Catanzaro, nei confronti del gruppo 'ndranghetista Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto con l'operazione conclusa oggi con 54 fermi. Proprio a questo riguardo Toschi ha incontrato il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, circostanza, è scritto in una nota, "che rende tra l'altro evidente la straordinaria importanza di questa azione di contrasto alla 'ndrangheta" con "un periodo assai impegnativo in cui sono state assunte molteplici iniziative investigative che hanno interessato l'intero territorio nazionale e la Colombia, con risvolti rogatoriali con le Autorità sudamericane".

Toschi, dopo essersi intrattenuto con Gratteri, ha voluto incontrare appositamente le pattuglie impegnate nell'esecuzione dei provvedimenti per complimentarsi del "risultato" raggiunto, al termine di un biennio, nel contrasto alla criminalità economico-finanziaria. "Azioni e attività di servizio - ha sostenuto Toschi - che dimostrano il costante impegno della Guardia di Finanza per prevenire e reprimere il crimine organizzato e che permettono di strappare alle 'mafie' la loro linfa vitale, patrimoni in continuo movimento che i criminali cercano di investire e riciclare, inquinando l'economia legale. In tale ambito, si inquadra l'operazione della Guardia di Finanza calabrese, che oggi ha posto un decisivo freno alla capacità della delinquenza organizzata di condizionare la vita sociale e il benessere degli italiani". 

Claudia Strangis 

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